C’è tempo Esercizi spirituali per adulti di Ac

Ritagliarsi uno spazio tra un impegno e l’altro sottraendolo alle faccende domestiche, alla gestione della casa e dei figli, alla routine del weekend, agli impegni martellanti. Insomma, darsi tempo.

È il tempo la parola chiave che ha caratterizzato gli esercizi spirituali organizzati a livello diocesano dal settore adulti di Ac della nostra diocesi. Sabato 10 e domenica 11 marzo, guidati dall’assistente unitario don Michele Bernardi, circa 70 adulti provenienti dalle varie parrocchie della diocesi si sono incontrati nei locali della parrocchia Santa Famiglia in Ruvo. “C’è un tempo”: questo il tema scelto per la riflessione, introdotta e scandita dalla preghiera della liturgia delle ore. E il tempo, controllato e contemporaneamente controllore della vita dell’uomo, diventa l’oggetto della meditazione di don Michele. La sollecitazione musicale dettata dalla canzone “C’è tempo” di Fiorella Mannoia introduce i partecipanti alla riflessione su come il tempo da un lato sia scandito e controllato dall’uomo, ma dall’altra parte questo stesso tempo diventi un nemico contro cui lottare perché sempre sfuggente, ingestibile, inesorabile. Tante sono le definizioni e i modi di dire legati al tempo; eppure il tempo diventa il modo attraverso cui ciascuna persona decide di essere responsabile del suo essere verso gli altri. Diventa un vero e proprio dono. Un dono che ciascuno può imparare ad abitare mettendo in discussione le proprie certezze, rivedendo le proprie convinzioni, facendo spazio alla riflessione su quanto si vive nella quotidianità e sul ruolo riservato alla dimensione spirituale. Alcune preghiere, salmi, brani evangelici, forniscono ulteriore materiale per la riflessione personale, poi messa in risonanza in piccoli gruppi di discussione condotti da membri dell’equipe diocesana adulti.

Nella mattina della domenica la riflessione del predicatore si incentra maggiormente su un’altra dimensione del tempo, quella dell’otium, del tempo della “noia produttiva”, il tempo della solitudine da riscoprire nella sua accezione positiva in cui si possono ascoltare le proprie emozioni, vivere l’intimità, accettare anche la propria parte negativa, conoscere più pienamente se stessi. Don Michele sprona i partecipanti a rivalutare l’ozio come tempo del ritiro, dello studio, del pensiero, della spiritualità, a vivere il silenzio come tempo faticoso ma fecondo in cui ri-conoscere se stessi e da cui ripartire per dare spazio alla capacità di sognare, fantasticare, progettare. Anche questo momento è stato accompagnato da materiale utile alla riflessione, dapprima individuale e poi nuovamente in gruppo.

Oltre allo spazio riservato all’ascolto e alla meditazione (personale e poi comunitaria), non sono mancati i momenti conviviali attorno alla mensa eucaristica e anche alla mensa vera e propria, che sono serviti a creare un clima familiare e a favorire una maggiore conoscenza tra gli adulti, ad agevolare lo scambio di esperienze personali e parrocchiali e a creare comunità.

Antonella Lucanie




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