Comunicato del presidio di Libera Terlizzi per ricordare il 7 maggio 1993

Esattamente ventisette anni fa, una Fiat Regata rubata esplose alle ore 8.03 davanti al Palazzo di Città, in piazza IV Novembre, causando il ferimento del vigile Gioacchino De Sario che, insospettitosi, aveva provato ad aprire il veicolo, e travolgendo anche due adolescenti, condotti poi in ospedale in evidente stato di choc.

L’evento funesto si inseriva all’interno di un tragico quadro nazionale, dato che si trattava degli anni bui delle stragi mafiose. Due mesi prima della deflagrazione, inoltre, precisamente il 1° marzo 1993, il consiglio comunale di Terlizzi venne sciolto per infiltrazioni mafiose dall’allora prefetto di Bari, Corrado Catenacci.

Terlizzi reagì prontamente all’autobomba del 7 maggio 1993: l’indomani ci fu una grande manifestazione spontanea di cittadini che si autoconvocarono per ribellarsi alla possibilità di derive mafiose. Partirono, per di più, migliaia di cartoline postali dirette al Ministero dell’Interno, per sensibilizzare lo Stato ai rischi che correva il nostro paese.

Come presidio terlizzese di Libera, è nostro compito perpetuare nel tempo la “Memoria”, affinché si possa tenere sempre alta la guardia rispetto ai pericoli che gravano sul nostro territorio. È nostra intenzione, però, anche offrire degli spunti di riflessione per reagire in maniera collettiva ai momenti di sconforto che talvolta ci pervadono.

L’attuale emergenza sanitaria da Covid19 può rappresentare, nella sua drammaticità, un’opportunità di sradicamento da rigidi schemi passati fondati esclusivamente sul profitto e sull’accumulo di ricchezze, nonché di conseguente rinnovamento in nuove prospettive volte all’incentivo di politiche sociali.

Lavoro, casa e scuola rilevano tra i punti nodali di #Giustaitalia, il “Patto per la Ripartenza” fondato sull’etica della responsabilità promosso da Libera a livello centrale insieme ad altri enti e realtà associative.

In tutto, sono state sottoposte al Governo e al Parlamento diciotto proposte concrete, perché dalla società civile al mondo del lavoro si possa ripartire nella legalità e nella giustizia sociale, così da arginare maggiormente i fenomeni di mafie, corruzione, criminalità economica e ambientale che puntano a conquistare il consenso sociale attraverso l’usura e il riciclaggio di capitali illeciti.

La sfida che lanciamo a livello locale, appellandoci al senso di responsabilità delle nostre Istituzioni, è quella di sorreggere nel lungo periodo l’economia terlizzese così da abbattere le disuguaglianze sociali e combattere le diverse forme di povertà.

Il presidio di Libera – Terlizzi




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