FESTA DEGLI ADULTI – “SGUARDI DI PACE” – Saluto di Nunzia

Saluto tutti voi con lo sguardo affettuoso, gioioso, riconoscente.

Uno sguardo grato perché avete risposto ad un invito e avete risposto in tanti.

Rivolgo uno sguardo riconoscente ai responsabili per sostenerli nel loro impegno, rivolgo uno sguardo grato  all’equipe che ben condivideogni idea e fatica dei responsabili. Essi continuamente si chiedono:“Cosa è bello, è necessario, fare per l’associazione?”.

Quest’incontro festa è una delle risposte. E’ uno dei modi per educarmi, sensibilizzarmi, conoscere nuove tematiche, insegnarmi un nuovo modo di pensare, relazionarmi.

Stasera, abbiamo l’occasione di riflettere sugli sguardi di pace.

Non ci è mancata l’occasione, quest’anno, di fare un esercizio nuovo,di esercitarci a verificare quale sguardo siamo capaci di esprimere o di avere verso gli altri. Il testo ci ha accompagnati a scoprire se abbiamo sguardi che rileggono la vita, che danno gioia, sguardi che ridanno dignità, che contemplano.

Oggi ci scambiamo e comprendiamo il significato degli sguardi di pace, non sguardi arcigni, che sottomettono, che zittiscono, ma che abbracciano, che amano, che perdonano, che costruiscono insieme.

Forse ci serviva la pandemia per farci essere più profondi nei nostri sguardi, per leggere attraverso l’unica parte scoperta del volto, le emozioni: il timore e la gioia, la timidezza e l’esuberanza.

In tempo di pandemia, tra le limitazioni che ci è stato chiesto di osservare c’è stata anche quella di modificare lo scambio della pace.Durante la celebrazione della santa Messa, si è trasformato in uno sguardo verso gli altri fedeli. Ci siamo dati uno sguardo di pace.

Uno sguardo che ci impegna a vedere e a farci vedere, non nasconde le emozioni ma le manifesta, riesce a dire e a dialogare con l’altro anche senza l’uso della parola. 

Con questo nuovo gesto, se siamo capaci di guardare con il cuore, incontriamo occhi sorridenti, occhi gioiosi, occhi a volte tristi, a volte imbarazzati o che ci mettono in soggezione, a volte stanchi, incontriamo l’altro!

La fede è il dono di guardare dentro le cose, oltre la superficie e,proprio il Vangelo, ci mostra come lo sguardo di Gesù sia capace di scaldare il cuore. Nei vangeli si parla di un Gesù che non solo predica, ma che parla agli uomini anche con lo sguardo. Dallo sguardo di Gesù che ha trasformato, stravolto la vita, all’ultimo sguardo di Gesù, morente sulla croce che guarda la madre e guarda il discepolo che egli amava. 

L’icona biblica, che ci ha accompagnati quest’anno associativo, ci invitava ad avere lo sguardo fisso su di Lui per arricchirci della sua Parola, ma anche del suo sguardo di pace. Questo scambio di sguardi è provvidenziale in un momento storico come questo se pensiamo che a volte non abbiamo occhi che per noi stessi. Penso che questa possa essere un’ottima occasione per imparare a guardare gli altri, gli occhi degli altri, quindi la loro anima.

Negli sguardo di pace che ci rivolgiamo, dobbiamo, prendendo esempio da Gesù, con fede, scaldare il cuore dell’altro.

Guardare insieme, con sguardi di pace la guerra, tutte le guerre, i luoghi dove i diritti sono negati, vicini e lontani.

Guardare insieme, con sguardi di pace, l’extra comunitario che approda sulle nostre spiagge.

Guardiamo insieme con occhi di pace per accogliere, includere, allargare il nostro raggio d’amore.

Buona festa a tutti! Che il Signore ci doni sguardi di pace!




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