Saggezza, spessore, umanità: Pinuccio Sparapano, un santo dei nostri giorni

La figura di Pinuccio Sparapano si staglia gigantesca nei miei ricordi di adolescente e giovane ed è sempre stata e lo sarà sempre, punto di riferimento per la mia vita di adulta. Infaticabile “costruttore di comunità” nella parrocchia Cuore Immacolato di Maria, a Molfetta, in diverse stagioni educatore dei giovani, poi coordinatore di gruppi famiglia insieme alla moglie Anna Maria, vicepresidente del primo Consiglio Pastorale parrocchiale ai tempi di don Tonino, da sempre aderente all’Azione Cattolica. Come non ricordare il suo stile, la sua signorilità priva di superbia, la pacatezza dei gesti, l’equilibrio delle parole, il garbo e la compostezza nei modi e negli atteggiamenti. Lo spessore dei suoi discorsi, la sua voglia di andare in profondità su temi e questioni, oltre la superficie delle cose, la rettitudine e l’onestà, hanno sempre caratterizzato la sua passione civica ed ecclesiale, coniugate con la sobrietà e l’essenzialità, nei toni come nelle scelte di vita. E’ stato evidentemente un marito e un padre adorabile ed adorato e un nonno fantastico, oltre che un professionista apprezzato e di indiscutibile valore. E’ stato anche un uomo di intensa fede, con una robusta spiritualità laicale, a fondamento di una grande, profonda umanità. Una umanità che traspariva dalla sua estrema gentilezza e delicatezza, dalla sua presenza discreta e riservata, ma anche stimolante, positiva, dai suoi ragionamenti carichi di speranza, dalla cordialità mai eccessiva e dalla capacità di relazionarsi con tutti, di mettere tutti a proprio agio con un semplice sorriso o una stretta di mano. Per me, per la mia generazione, è stato un pilastro, di quelli granitici su cui fare affidamento sempre: una grande, bella figura di laico cristiano. Per la mia comunità parrocchiale un esempio di vita buona, vera, autentica. Per tutti quelli che l’hanno conosciuto, una persona Elegante, nel significato più pieno del termine.
C’era ancora tanto da imparare da Pinuccio e sono sicura che non si sarebbe risparmiato se la malattia, vissuta anch’essa con grande dignità, non l’avesse portato via troppo presto. Rimane in tutti noi un ricordo bello, di uomo nobile d’animo, di alto profilo morale e culturale e soprattutto di rara finezza. Quello che senza dubbio io definirei un santo dei nostri giorni. Ciao, Pinuccio, continua a sorriderci e incoraggiarci da lassù.

Angela Paparella




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