“Dio ci vuole responsabili della città degli uomini, cioè del contesto umano organizzato di cui siamo parte, che ci è dato come dono e come compito. (…) Essere cittadini significa conoscere e comprendere il nostro tempo nella sua complessità, cogliendo significati e rischi insiti nelle trasformazioni sociali, economiche e politiche in atto, assumendo l’atteggiamento di chi queste trasformazioni non si limita a rifiutarle o a celebrarle in maniera acritica, ma le affronta come frutto del proprio tempo, ponendosi in esse e lavorando per indirizzarne gli sviluppi.”. – “Nel mondo non del mondo” – Progetto formativo
All’alba delle elezioni per il Parlamento europeo del giugno 2024 ogni aderente dovrebbe concedersi un piccolo spazio di tempo speso coscienziosamente nella lettura di “Scegliere l’Europa – Domande e risposte”.
Questo piccolo libricino, curato da Gianni Borsa, giornalista dell’agenzia di stampa Sir e presidente dell’Azione cattolica ambrosiana, è una raccolta di contributi/risposte ad altrettante cruciali domande sul senso dell’Unione Europea di ieri, di oggi e di domani.
L’Unione Europea è, infatti, un’organizzazione umana in divenire, inserita “nel flusso della storia, di cui condivide il tracciato, subisce i contraccolpi e accetta le sfide”.
E allora è necessario capire come è nata l’Unione Europea, in quale contesto storico, con quali obiettivi e quali speranze. Piero Graglia nel suo contributo, descrive dettagliatamente il processo che ha portato la primordiale Ceca (Comunità europea del Carbone e dell’Acciaio) a diventare Unione europea; definisce i passaggi che sono intercorsi tra l’unico interesse ad un’integrazione e convenienza economica all’ideale di una realtà fondata sul dialogo democratico e il confronto tra le unicità dei paesi di cui è composta.
Oggi l’Unione è “casa comune europea” fondata su tre capisaldi: la tutela della dignità della persona e dei suoi diritti, la democrazia e lo “stato di diritto”. Isabel Trujillo approfondisce quella che è stata definita la “Holy Trinity dei valori europei” dimostrando l’interdipendenza degli stessi. Non c’è rispetto dei diritti umani se non è vissuto come compito comune e partecipativo, democratico per l’appunto. E non c’è democrazia se non si costruiscono istituzioni secondo diritto, franche dall’arbitrarietà di chi esercita il potere. Questi valori, vero e proprio Dna dell’Unione, indicano il modo in cui vogliamo condurre l’Europa.
“Cosa fa per me l’Unione europea?” è probabilmente la domanda delle domande, ma prima ancora di questo, il libro approfondisce il funzionamento dell’Unione, le competenze attribuitele in origine dagli Stati e gli organi di cui essa si serve per attuare le proprie politiche a favore dei propri cittadini e di chi risiede o dimorano in Europa.
L’unione del passato e del presente ha garantito la libera circolazione di persone e merci, ha proposto agli Stati membri aiuti economici e sovvenzioni nel periodo della pandemia, mette a disposizione fondi strutturali per lo sviluppo e la coesione del mercato interno (si vedano a titolo esemplificativo il Fes+ o il Just Transition Fund), punta sull’istruzione incentivando la cooperazione tra gli Stati con il programma Erasmus Plus. Matteo Manfredi propone una carrellata di ambiti d’intervento dell’Ue nella vita della gente che vive e opera al suo interno.
L’Europa del futuro infine ha davanti importanti sfide e bellissime opportunità. La prima sfida è sicuramente intrinseca: il grande nemico dell’Europa è rappresentato prima di tutto dalle divisioni interne che la caratterizzano; del resto quale processo di unificazione e affermazione dei diritti è mai avvenuto con rapidità e senza problemi o contraddizioni? La chiave di volta sta nel porsi come ”Unità nella diversità”,
come luogo in cui nessuna identità deve essere schiacciata, ma tutte esaltate in completa armonia. Ogni Stato dovrebbe prendere consapevolezza di non potercela fare da solo, di non poter affrontare e risolvere da sé i problemi odierni, economici e non solo.
Ultima chicca di questo libricino sono le testimonianze di persone che raccontano storie di vita vissuta in e per l’Unione europea.
Papa Francesco, in un famoso discorso al Parlamento europeo a Strasburgo il 25 novembre 2014, auspicava questo per l’Unione europea: “È giunto il momento (…) di un’Europa che contempla il cielo e persegue gli ideali; un’Europa che guarda e difende e tutela l’uomo; un’Europa che cammina sulla terra sicura e salda, prezioso punto di riferimento per tutta l’umanità”. Perché questo sia possibile, occorre che ognuno di noi possa saper “Scegliere l’Europa” criticamente e appassionatamente.