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Venerdì 26 aprile, ore 2024
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“Vinci l’indifferenza e conquista la Pace”: l’Ac diocesana in marcia

Ci avevano trasmesso l’entusiasmo per questa marcia, quasi l’obbligo morale di esserci, di partecipare attivamente e consapevolmente. A modo nostro – di noi giovani – abbiamo cercato di coinvolgere gli amici, altri giovani delle parrocchie – pure quelli esterni –, i bambini dell’Acr e le loro famiglie.
Ci avevano anche trasmesso un certo timore, perché nonostante il tam tam mediatico, la gente stentava a iscriversi e perché diversi giovani anche interni alle associazioni coinvolte non erano convinti di trascorrere in maniera “alternativa” l’ultimo dell’anno.

Ci hanno quasi “tormentato” con i video e le testimonianze dell’ultima marcia con don Tonino, sembrava dovesse essere un revival – ma un conto è rievocarne il carisma e un altro è voler replicare qualcosa di irripetibile.

E alla fine questa 48^ Marcia per la pace ha avuto la sua unicità. Ha messo insieme religioni, età e propensioni diverse, carismi differenti, associazioni con obiettivi eterogenei. Ha colorato strade e fatto risuonare il bisogno di pace. Ha trasformato giovani e adulti attorno a un bandierone in ultras pacifici e pacifisti, ha radunato persone di provenienze geografiche disparate.

Ha dato speranza a una città che ne aveva bisogno, dopo le perdite importanti che hanno caratterizzato gli ultimi mesi del 2015. Ci ha ricordato come sia importante lavorare ogni giorno per la pace, senza che sia un “reato” parlarne mentre attorno nel resto del mondo c’è la guerra.

La pace ha tanti volti e tanti nomi, ma è soprattutto dignità, come ha sottolineato don Ciotti. Per questo, presenti e assenti alla marcia hanno la responsabilità di farsi promotori di gesti di accoglienza, rispetto, cura verso gli altri e verso la terra che abitiamo, perché «la pace è dono di Dio, ma opera degli uomini».

Questa marcia testimonia la possibilità di una unione di intenti per un bene universale, di una valorizzazione delle differenze per combattere le molteplici forme di indifferenza di cui siamo spesso portatori sani e inconsapevoli.

L’augurio è allora quello di non far evaporare l’entusiasmo e la carica che quest’evento così partecipato e ricco ha offerto, ma fare in modo che dalle riflessioni e dalle provocazioni nascano percorsi e proposte di pace da attuare giorno dopo giorno.

I giovani di Ac




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