Lettera aperta dell’AC ai sacerdoti

Carissimi Sacerdoti,

siamo davvero grati al Signore per la prova abbondante e tangibile della Sua grazia, manifestata nell’ordinazione sacerdotale dei tre nuovi presbiteri. Cogliamo questa occasione per aprirvi il nostro cuore, raccontarvi le speranze e le attese di  fedeli laici, impegnati insieme a voi per la crescita della nostra amata madre Chiesa.

Vorremmo perciò esprimere delle richieste di stile, di atteggiamento e di sostanza che, siamo sicuri, incontreranno la vostra condivisione.

Innanzitutto vi chiediamo di essere sacerdoti autenticamente felici di portare il Vangelo, di trasmettere la gioia e la bellezza di essere preti. Un sacerdote felice di essere prete è il più bel biglietto da visita che possiate possedere e mostrare.

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Poi vi invitiamo ad essere coerenti nella vostra vita: per noi siete importanti punti di riferimento, dunque non predicate bene, dimenticando poi di dare una altrettanto bella testimonianza nel quotidiano dell’esistenza. Le vostre scelte, la sobrietà esteriore e l’equilibrio interiore siano segni, per ogni persona che incontrate, della forza e della realtà di una vita di fede autentica e credibile.

Quando vi è affidata una comunità parrocchiale, non pensate di orientarla a vostra immagine e somiglianza, secondo i vostri gusti personali, il vostro carisma e le vostre idee. Avvicinatevi invece alle comunità in punta di piedi, da pellegrini più che da feudatari, potenziando le realtà già esistenti, anche se non le condividete, promuovendone altre, ma evitando di azzerare tutto ciò che è stato costruito in precedenza. Lavorate per potenziare l’autonomia delle vostre comunità, salvaguardatene e rafforzatene l’identità.

Investite sulla formazione del laicato, un laicato che collabori con voi nella progettazione, prima ancora che nell’azione pastorale. Abbiamo bisogno di pastori che credano nella ministerialità laicale e ci invoglino a viverla pienamente nel nostro tempo. Non chiedeteci di vivere parcheggiati ogni momento alla comoda ombra del campanile parrocchiale, scimmiottando atteggiamenti e spiritualità propri dei preti e dei religiosi. Chiedeteci di essere santi nella nostra specifica realtà, di occuparci meglio di lavoro, famiglia, cittadinanza, politica.

Il vostro sia uno sguardo positivo e aperto, non tenebroso e giudicante sulle persone e sul tempo complesso e difficile che stiamo vivendo. Questo tempo, così ricco di povertà materiali e morali, richiede non tanto condanne e anatemi, quanto umana comprensione e accompagnamento paziente. Non cessate di camminarci a fianco come compagni di strada, indicandoci sempre l’Essenziale, la speranza di vita incarnata dal Risorto.

Sappiate che, nonostante la solitudine, le amarezze, le incomprensioni che pure sperimentate, il popolo di Dio, la vostra gente, vi è vicina, vi sostiene e prega per voi, guardando con immensa fiducia e rinnovata speranza al vostro cammino sacerdotale. Auguri!

Messaggio di don Michele Cipriani »

UN INVITO FORTE PER UN FUTURO NUOVO

Con piacere e una certa amarezza abbiamo letto su “Luce e Vita” del 17 Giugno 2012: “Sacerdoti, compagni di strada”.

Con piacere: perché frutto del convegno regionale sulla corresponsabilità dei laici (?), il coraggio della verità, l’apertura del settimanale alle diverse voci laicali, il desiderio ardente di essere testimoni credibili, il desiderio vivo di continuare a scrivere in compagnia dei sacerdoti pagine luminose di storia di salvezza; la sofferenza per una non sufficiente testimonianza evangelica.

L’amarezza perché si evidenziano alcuni limiti e incoerenze che non facilitano la propria credibilità umana e cristiana.

Qualcuno avrebbe detto che quell’invito è una lettera da maestrina elementare ai propri guru; a me sembra una sofferenza che si fa correzione fraterna e soprattutto desiderio vivo di rispondere al mandato del Signore, di annunziarlo a tutte le genti in ogni tempo e in ogni luogo.

È chiaro che i tre ultimi ordinati sacerdoti. Bruno, Germinano e Storelli, sono l’occasione non l’obbiettivo per un invito discreto, coraggioso e fraterno ai sacerdoti, giovani, meno giovani e stagionati perché non siano “feudatari”, valvassori e valvassini con l’animo e il piglio da feudatario nella Chiesa di Dio. I laici non siano parcheggiati all’ombra del campanile e siano coinvolti nella progettazione e programmazione pastorale, nel rispetto dei ruoli ma anche delle competenze professionali e della ministerialità propria dei laici ricordata dal concilio e fondata sul sacerdozio battesimale, comune a tutti. L’invito ad essere testimoni gioiosi, alla sobrietà, alla coerenza, alla capacità di dialogo, ad entrare nel campo pastorale in punta di piedi e da pellegrini, la conoscenza dell’azione compiuta dai predecessori e il rifiuto dell’azzeramento, l’accompagnamento sistematico, l’atteggiamento paziente e misericordioso, … sono indicazioni pastorali di estrema aderenza alla nostra realtà, capaci di nuove primavere e di speranze alte e di mondo nuovo.

Piace che chiedete ai sacerdoti, compagni di cammino verso il Cristo da incontrare e indicare agli altri perché l’accolgano, non accompagnamenti a base di pizza, birra, rock ed una spruzzatina di sacro, ma sollecitate la via stretta del Vangelo che porta alla vita vera.

La croce gloriosa incastonata nel programma preghiera azione sacrificio, logo e programma dell’Azione Cattolica, si attualizza nell’attenzione prioritaria alla parola di Dio, alla preghiera, all’adorazione; all’azione, non alle chiacchiere, alle sfilate, ai protagonismi, alle spettacolarizzazioni, ma all’azione coraggiosa, alla testimonianza cristiana fino al martirio nel proprio ambito di vita; il sacrificio proprio di ogni essere umano è offerta quotidiana richiesta da Cristo ad ogni suo discepolo.

I cinque ambiti proposti dal progetto pastorale diocesano sono gli obiettivi da interiorizzare nella propria vita e da incarnare nel proprio territorio.

Questo patto rinnovato di comunicazione, comunione, collaborazione, corresponsabilità, tra i sacerdoti e tra sacerdoti e laici, ci costruiscono Chiesa di Cristo, ci rendono significativi, ci danno la gioia di realizzarci come persone e come comunità.

Possiamo guardare con fiducia al futuro giacché l’invito della presidenza diocesana di Azione Cattolica è desiderio vivo di impegno a costruire mondo nuovo.

Michele Cipriani

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La Presidenza diocesana di Azione Cattolica




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