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“Le famiglie nel cambiamento. Come le famiglie rispondono ai mutamenti sociali, culturali, etici”

Oggi la vita quotidiana di una coppia e di una famiglia incontra spesso numerosi disagi, dentro i quali sembra che l’amore diventi monotonia, assuefazione priva di entusiasmo. Questi disagi a volte sopraggiungono all’improvviso, altre volte vengono da lontano e, con il passare del tempo, diventano pesanti da sopportare. I ritmi della giornata, le responsabilità o la precarietà del lavoro, le incomprensioni circa l’educazione dei figli, i problemi economici, i limiti della persona amata, le stanchezze e le confusioni, possono spezzare l’armonia. Alla luce di queste situazioni in cui le coppie e le famiglie di oggi si trovano, si è pensato di affrontare nei due appuntamenti per le coppie, che l’Azione Cattolica tiene durante l’anno, il tema de “Le famiglie nel cambiamento”.

Il primo incontro tenutosi domenica 22 marzo 2009 è entrato nello specifico presentando “Come le famiglie rispondono ai mutamenti sociali, culturali, etici”. L’incontro è stato introdotto dalla lettura drammatizzata da Giulia Petruzzella, di due brani, uno tratto da “Una donna spezzata” di Simone de Deauvoi, e l’altro da “Il tempo di Blanca” di Marcela Serrano, seguiti poi dalla visione del monologo “La mia famiglia siamo” di Paola Cortellesi.

L’incontro è stato guidato dalla Dott.ssa Paola Springhetti, giornalista e scrittrice, che ha presentato la famiglia letta attraverso i cambiamenti epocali della società. La Dott.ssa Springhetti all’incipit dell’incontro ha affermando come l’esposizione pubblica di sentimenti coincida con la loro distruzione. L’esempio citato, il Grande Fratello: a come si mettano oggi in piazza, davanti alle telecamere, i sentimenti – ammesso che lo siano -. Oggi sembra che il cuore sia svuotato di fronte a tutto ciò che è importante della vita. È come essere in una società romantica ma senza avere risposte di senso. E questo porta al calo dei matrimoni, all’aumento dell’età media in cui ci si sposa, all’aumento delle coppie di fatto. Perché? Citando Giorgio Campanini: “Ai nostri giorni si contrae matrimonio, si fonda una famiglia, si generano figli, essenzialmente per essere felici, per realizzarsi più pienamente come uomini e come donne…”.

Ecco la risposta che la Dott.ssa Springhetti porta: “Ci si sposa per sé stessi. Non per una felicità comune, ma per una felicità individuale”. E quando non si sta bene, si cambia canale. Questo vale per il matrimonio, per il fidanzamento, per i giovani che si impegnano, per lo studio. C’è oggi, quella che possiamo chiamare, cultura del Grande Fratello. Non si guarda ad una progettualità a lungo termine, è una lotta continua per essere al primo posto, per ottenere tutto e subito. Si è persa così la dimensione del dono.

Molti sono i cambiamenti che la società porta nelle famiglie. Pensiamo all’esercizio delle responsabilità: oggi nelle coppie manca: le giovani coppie rinunciano ad educare i figli, perché impegnativo; c’è la rinuncia a prendersi carico del partner. Pensiamo all’immagine, a quanto essa abbia importanza. Oggi conta apparire, essere belli. Quella dell’immagine è una schiavitù, in cui si cade fin da piccoli. E se si è brutti si è discriminati dalla società.

Anche il lavoro ha contribuito al cambiamento. La donna oggi lavora. E l’uomo come ha vissuto questa intrusione?! Ma non bisogna dimenticare che la donna continua a lavorare in casa, a dedicare tempo alla famiglia, ai figli, al partner, alla casa, ai genitori. Lavoro poi che è visto oggi più che mai come incerto, precario. Avendo così una profonda influenza nel costrutto della famiglia.

Un ulteriore cambiamento culturale dell’ultimo decennio è la paura. Gli italiani hanno paura. Paura della criminalità, anche se i datiistat parlano di una riduzione di essa. Allora da dove nasce questa paura? Paura che porta alla chiusura delle famiglie. Edward C. Banfield nel 1958 parlava di “familismo amorale”: “quella cultura, diffusa in Italia, in base alla quale i membri di una comunità sfruttano al massimo i vantaggi derivanti dai legami del proprio nucleo familiare, ignorando ogni rapporto fra questo e la dimensione civile della vita, in qualche modo negando ogni morale pubblica che possa entrare in rotta di collisione o semplicemente porre un limite al vantaggio proprio e del proprio nucleo”. Cosa significa. Difesa ad oltranza dei figli, famiglie più fragili sull’aspetto educativo, carriere che si costruiscono in famiglia. Questo chiudersi è deleterio per la famiglia e per la società. È importante che la famiglia aiuti ciascun componente a trovare il proprio posto nel mondo.

La società veicola attraverso la comunicazione modelli di famiglia ideali con genitori abbronzati, allegri, benestanti, pronti a perdonare ogni cosa, figli bellissimi, intelligenti, disposti all’ascolto, colazione insieme, favole della buonanotte. Famiglie in cui sono assenti i conflitti. Tuttavia la famiglia non può esistere senza conflitti, è importante saper parlare, non negare i problemi, calarsi nel punto di vista dell’altro, cercare una soluzione insieme.

Nonostante tutti queste difficoltà e i cambiamenti veloci della società, la famiglia occupa il primo posto nella scala valoriale dei giovani di oggi. La Dott.ssa Springhetti dopo aver fotografato la società di oggi, ha concluso lasciando ai tanti partecipanti piccole riflessioni, su come la famiglia cristiana oggi può aiutare se stessa in questa nostra società, riassunte nel binomio rilassiamoci/diveritamoci.

È importante che la famiglia educhi coinvolgendo in relazioni significative. È necessario recuperare nella vita di famiglia le dimensioni del gioco, dello scherzo, dell’ironia, cioè dei grandi assenti della società tecnologica, nella quale non trova più spazio ciò che appare inutile. Inoltre è fondamentale la logica del “settimo giorno”, quello che l’uomo riserva a se stesso, alla propria interiorità e alle relazioni amicali e gratuite; una logica che debba prevalere così sulla “Logica dei sei giorni”, e cioè del tempo dell’efficienza, della redditività, dei diritti e dei doveri.





Url: http://www.acmolfetta.it/web/2009/03/22/%e2%80%9cle-famiglie-nel-cambiamento-come-le-famiglie-rispondono-ai-mutamenti-sociali-culturali-etici%e2%80%9d/