VOLTI RIVOLTI – L’UMANITÀ CHE FA BENE – intervento della presidente diocesana

Bisogna stare attenti nell’allacciare rapporti umani più credibili, più veri. Basati sulla contemplazione del volto. Basati sulla stretta di mano che non contenga nascosta la lama di un coltello. Rapporti umani basati sull’etica del volto, dello sguardo. La nonviolenza comincia da lì: l’etica del volto. Sono convinto che noi ci apriremo alla dimensione divina proprio a partire dal volto umano. (don Tonino Bello)

 

Queste parole di don Tonino che ha incentrato tutta la sua pastorale sull’incontro, sullo sguardo, sull’etica del volto,noi, le abbiamo prese a prestito per lanciare questa campagna VOLTI RIVOLTI. L’UMANITA’ CHE FA BENE

E’ uno stile di vita che pur vecchio, oggi, in un tempo in cui le paure sono amplificate, verso l’altro aumenta la diffidenza, l’altro sembra essere una minaccia,  assume la forma di un Nuovo stile di vita che vogliamo vivere.  Dobbiamo recuperare il guardarci negli occhi, lo sguardo, in questo tempo in cui si corre in cui: fermarci, incontrarci,guardarci, abbracciarci sembra diventato impossibile. Vogliamo perderci l’uno nell’altro per ritrovarci e scoprirci più umani. A nostro avviso stiamo perdendo di  umanità. Di quella umanità che è fiducia, accoglienza. Dobbiamo recuperare: la gentilezza, l’amore verso l’altro, labenevolenza verso l’altro che è sicuramente diverso da meche per me, diventa ricchezza perché nell’incontro mi arricchisco della sua diversità.

Questa campagna è volta all’accoglienza in particolaredell’immigrato di chi arriva da lontano di cui non sappiamo niente. Non sappiamo come si chiama non sappiamo perché è scappato via, non sappiamo cosa sa fare, la sua cultura,non sappiamo di chi è figlio. Sappiamo però che ha i nostri stessi bisogni primari: mangiare, vestire, avere un luogo in cui vivere. Ha i nostri stessi sentimenti: affetto, amore, simpatia. Ha i nostri stessi legami, la famiglia, gli amici, la terra natia, la nazione. Guarda il nostro stesso cielo e calpesta la nostra stessa terra. Quindi è come noi ma, non può più vivere dove è nato li c’è la guerra, la carestia, la violenza, è costretto ad imbracciare un fucile da bambino. Li la libertà è pagata a caro prezzo, la religione è motivo di persecuzione, l’essere donna è vivere in schiavitù. Sognare è impossibile.

Da cristiani, da aderenti all’Azione Cattolica, sentiamo forte il bisogno di smuovere le coscienze, di metterci in discussione, di confrontarci, di pensare insieme ad altri a cosa noi possiamo fare, cosa ora tocca fare a me.

Come si scrive nel commento al passo evangelico di Matteo. Dio non ci chiederà mai se abbiamo creduto ma se abbiamo amato come lui.

Questo penso sia l’impegno maggiore che parte, da qui, stasera: misurarci con l’amore di Dio. Entreremo nel cielo solo se saremo entrati nella vita e nella casa di chi soffre. E’essere pienamente uomini che ci fa entrare in paradiso. Accogliendo l’altro, conoscendolo possiamo amarlo e con lui realizzare un mondo migliore che ci rende salvi.




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