La bisaccia del pellegrino

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La Presidenza nazionale dell’AC
L’Azione Cattolica Italiana, con vivo senso di gratitudine per il servizio reso all’associazione, esprime i più sentiti auguri ad Alberto Monticone, il quale oggi compie ottanta anni. Nato a Sommariva Perno (CN) il 1° settembre 1931, consegue la maturità classica a Cuneo nel 1948, iscrivendosi, quindi, alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Genova, dove incontra un ambiente ricco di stimoli. Nel 1952 si laurea con lode, discutendo una tesi sulla battaglia di Caporetto, che gli vale la dignità di stampa e la possibilità di usufruire di una borsa di studio istituita dal Comitato cattolico docenti universitari. Approdato a Roma, perfeziona gli studi storici, frequentando, al contempo, intensamente la comunità dei borsisti, alloggiata nella sede storica della Società della Gioventù Cattolica, che ha come consulente ecclesiastico mons. Emilio Guano, vice-assistente centrale del Movimento Laureati di Azione Cattolica. Come lo stesso Monticone ricorda, nel profilo tracciato sul Dizionario storico del movimento cattolico in Italia, il prete genovese tiene corsi di teologia per i giovani ricercatori e guida la loro esperienza liturgica, animando ricorrenti incontri con il più vasto mondo accademico italiano.
Nel 1955 pubblica presso le Edizioni Studium La battaglia di Caporetto, un corposo saggio che costituisce un approfondimento della tesi di laurea, aprendo un nuovo filone di studi sulla prima guerra mondiale, fuori dai miti retorici, così come dalle interpretazioni sommarie. Monticone affina negli anni questo settore della ricerca scientifica, appoggiandosi ad una consistente mole documentaria che indaga con fine rigore filologico: pubblica, tra gli altri, i volumi per Laterza Plotone d’esecuzione (uscito nel 1968, in collaborazione con Enzo Forcella) e Gli italiani in uniforme (dato alle stampe nel 1972). Nel frattempo, si sposa con Anna, con la quale ha tre figli.
Sempre nel 1955 Monticone si avvia alla carriera accademica, divenendo assistente ordinario di Storia moderna alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Roma. Nel 1960 ottiene una borsa di ricerca presso l’Institut für Europäische Geschichte a Magonza, che gli permette di qualificare gli studi storici e di entrare in contatto con circuiti significativi della cultura europea. Nel 1964 ottiene la libera docenza in Storia contemporanea all’Università di Messina, dove lascia un segno profondo anche nell’opera formativa dei giovani ricercatori, e nel 1969 si trasferisce all’Ateneo di Perugia, dove si cimenta in nuove piste di ricerca, che si estendono alla storia “dal basso”.
Nel 1975 Monticone rientra a Roma nella Facoltà di Scienze Politiche, come titolare della seconda cattedra di Storia moderna. Ha come collega Vittorio Bachelet, con il quale entra in un rapporto sempre più stretto. Dall’amico, proprio nell’anno della sua tragica uccisione, riceve idealmente il testimone, succedendo a Mario Agnes, della presidenza nazionale dell’Azione Cattolica Italiana, dopo essere stato anche per pochi mesi presidente del Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale.
Gli anni della sua presidenza (1980-1986) sono caratterizzati dall’approfondimento della scelta religiosa attuata con il nuovo Statuto del 1969, insistendo sulla vocazione dei laici alla scuola del Concilio Ecumenico Vaticano II e in particolare sull’affinamento della spiritualità laicale e sul confronto, non in senso elitario, con la cultura contemporanea. Come egli stesso ha rievocato in occasione del XXX Convegno Bachelet, promosso dall’associazione nel 2010, l’Azione Cattolica Italiana intese dar seguito al progetto avviato dal giurista ucciso dai terroristi per «un’educazione popolare alla sapienza, fatta in mezzo al popolo e con il popolo». In questa stagione della vita della Chiesa e del Paese, si è cercato di alimentare una «simbiosi di cultura e popolarismo», che appare «necessaria ed attuale», per incarnare una realtà laicale capace di assumere «a tutto tondo l’ideale del cristiano in parrocchia, in certo senso cristiano comune e proprio perciò il più possibile di qualità ecclesiale». Tra gli strumenti che sorreggono questa intuizione, Monticone sollecita il lancio, come settimanale, di «Segno nel mondo sette», pubblicato regolarmente dal 1983, e consolida l’Istituto Paolo VI per la storia dell’Azione Cattolica e del movimento cattolico in Italia. Le linee portanti del servizio vissuto nell’Azione Cattolica sono delineate in due volumi pubblicati dall’Editrice AVE: Nella storia degli uomini (1984) e La bisaccia del pellegrino (1986).
Nominato nel 1982 membro della Commissione dei diritti umani della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nel 1984 è insignito della medaglia d’oro della cultura, dell’arte e della scuola. Nel 1987 inizia a collaborare stabilmente con la rivista «Jesus», per la quale scrive fino al 1999 numerosi articoli, poi raccolti nel volume La gioia di essere laici cristiani.
Nella crisi che, agli inizi degli anni Novanta, investe la Democrazia Cristiana e più in generale il Paese, Monticone costituisce con altri intellettuali «Carta ’93», un movimento per rilanciare sul piano politico il patrimonio valoriale del mondo cattolico italiano. Collabora, quindi, alla fondazione del Partito Popolare Italiano e nel 1994 è eletto alla Camera dei Deputati, per poi passare, nelle elezioni di due anni dopo, al Senato, dove rimane ininterrottamente fino al 2006. Il suo mandato parlamentare si connota soprattutto per l’impegno a sostegno della cultura in tutte le sue espressioni. Al contempo, nella difficile stagione della diaspora politica, si dedica pazientemente al compito di non disperdere i valori del cattolicesimo democratico incarnati nella storia, attraverso l’associazione «Agire Politicamente», fondata nel 1997, e il movimento politico «Italia Popolare», lanciato nel 2004.
Dopo aver lasciato l’attività politica, nel 2006 accoglie l’invito ad assumere la presidenza del Consiglio scientifico dell’Istituto Paolo VI per la storia dell’Azione Cattolica e del movimento cattolico in Italia, in cui è ancora in carica, continuando in forme diverse il servizio associativo.
Rinnoviamo ad Alberto Monticone gli auguri di buon compleanno, sapendo di infrangere la sua ritrosia a stare sotto i riflettori ma sappiamo di esprimere l’affetto e la stima di tutta l’ACI.




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