Gioia, curiosità, entusiasmo, un po’ di imbarazzo ma tanta voglia di scoprire cosa sarebbe accaduto dopo. Queste le emozioni provate dai Ragazzi AC della diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, domenica 6 luglio in occasione della festa di fine anno di noi Giovanissimi. Tenutasi presso la Chiesa Santa Maria di Cesano (Terlizzi), la festa ha avuto inizio all’insegna del divertimento, della condivisione, della spiritualità e della riscoperta di noi stessi.
Abbiamo subito messo da parte l’imbarazzo iniziale e ci siamo conosciuti meglio attraverso brevi sfide tra parrocchie e quiz che hanno stimolato la nostra fantasia.
La serata, poi, è proseguita con una serie di attività creative, pensate per stimolare la scoperta di sé stessi e del proprio posto nella società. Ci è stato chiesto di riflettere su cosa ci renda realmente liberi e quando, invece, sentiamo che quella libertà sia solo un’illusione attraverso la tecnica di scrittura creativa del caviardage. Siamo stati chiamati a pensare ad alcune circostanze in cui non siamo stati noi stessi al 100%, e abbiamo scritto tutte queste occasioni su una maschera, utilizzando pennarelli colorati che l’hanno fatta sembrare più felice di quanto, forse, fosse in realtà. L’ultima attività ci ha portato a riflettere sulla persona davanti alla quale possiamo essere davvero noi stessi, senza maschere né finzioni. Abbiamo condiviso chi fosse all’interno di una stanza illuminata da un riflettore, simbolo di quella luce che, ogni giorno, riceviamo da chi ci accoglie con autenticità e ci permette di brillare per ciò che siamo. Ognuno di noi ha avuto l’opportunità di esplorare aspetti della propria personalità, confrontarsi con gli altri e rafforzare i legami che animano la comunità dei Giovani Ac.
Successivamente l’energia iniziale si è trasformata in pura leggerezza e divertimento grazie agli incontri di clown terapia che hanno animato la serata, regalandoci momenti di pura spensieratezza e di profonda empatia. Siamo tornati bambini e ci siamo divertiti guardando il loro piccolo spettacolo, che ripropongono a piccoli e ad anziani negli ospedali e negli RSA, come ci hanno raccontato. Abbiamo posto loro varie domande attraverso i social e le ragazze clown che sono venute a farci visita, hanno risposto con sincerità e ci hanno fatto percepire la loro passione, il loro amore e la loro gioia nell’incontrare i pazienti a cui regalano momenti allegri e spensierati. “Vederli sorridere alla fine di ogni visita, ci fa dimenticare tutti i nostri problemi, le nostre difficoltà. Dopo che inizi a percorrere questa strada, questo percorso, è difficile che smetti di seguirlo”. Queste le parole delle clown che ci sono rimaste più impresse e che ci fanno comprendere quanto quest’opera di volontariato sia preziosa e quanto faccia bene regalare sorrisi a chi si è quasi dimenticato di come si faccia, a sorridere.
Non è mancato un momento di preghiera comunitaria, vissuto in semplicità e autenticità. Noi giovani, assieme agli animatori, formatori ed accompagnatori ci siamo riuniti in silenzio ascoltando le parole del parroco Don Gigi (Luigi), condividendo riflessioni e desideri, ringraziando per l’anno trascorso insieme e affidando il futuro al sostegno reciproco e alla guida della fede.
Concludendo questo momento con un canto, è arrivata poi l’ora di mangiare insieme in un’atmosfera di convivialità rilassata e festosa. Abbiamo condiviso chiacchiere, risate e qualche pezzo di panino o focaccia con i nostri amicirafforzando lo spirito di comunità.
Con la pancia piena e il cuore leggero, la serata è proseguita tra canti e balli, dando spazio alla spontaneità e al ritmo. Tra passi improvvisati, balli di gruppo, cori intonati (a volte), stonati (tante altre) ma sempre sentiti, è emersa una gioia autentica, quella che nasce dal sentirsi parte di un insieme che ascolta e accoglie sempre.
Quando i pullman hanno segnalato il momento del ritorno, il gruppo si è raccolto in un ultimo abbraccio cantando insieme un’ultima canzone. È stato un momento carico di emozione: sguardi che raccontavano gratitudine, amicizie nuove create sotto le stelle, tutti uniti da un’energia e da una voglia di continuare a crescere insieme e a ripartire per nuove avventure.
La festa Who I am ha rappresentato un equilibrio perfetto fra divertimento, riflessione e spiritualità. In una sola serata noi Giovani dell’Azione cattolica abbiamo riscoperto noi stessi, il valore del gruppo, la leggerezza del sorriso e la profondità della preghiera. Un’occasione unica per chiudere assieme un anno e aprirsi con rinnovata speranza ai prossimi progetti.
Un grazie di cuore a tutti i partecipanti, al parroco don Luigi Ziccolella, agli organizzatori e agli animatori che hanno offerto il proprio tempo e il proprio entusiasmo: siete la forza di questa comunità e vi ringraziamo di cuore per aver permesso tutto questo
Anna Catalano e Martina Altamura, san Domenico Ruvo















































