“Quanto ci basta” è il titolo del convengo diocesano del settore adulti, per riflettere sullo spreco alimentare e favorire nuove abitudini.
Lo spreco alimentare danneggia la nostra economia e favorisce le diseguaglianze nella società civile mondiale: ogni anno vengono sprecati 2,5 miliardi di tonnellate di cibo.
Il riferimento corre veloce all’Agenda 2030 e al suo obiettivo di ridurre lo spreco attraverso politiche mirate e ad un nuovo modo di educare le generazioni future.
La grande distribuzione, pur avendo finalità di tutela del cibo, contribuisce involontariamente allo spreco, ad esempio con lo scarto di frutta e verdura che non ha un “buon aspetto”.
Il relatore, Antonio Scotti, co-fondatore del progetto “Avanzi popolo 2.0”, ha messo in evidenza come il maggior spreco avviene proprio nelle nostre famiglie, con alcune malsane abitudini che abbiamo, anche se bisogna ammettere che la sensibilità sul tema è cresciuta.
Proprio a partire dall’Expo Milano 2015 “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, è nata l’idea di un progetto: raccogliere il cibo in esubero (dalle sale ricevimenti, dai supermarket, dai piccoli negozi di quartiere, etc…) e ridistribuirlo a chi ne ha bisogno mettendo in circolo gli alimenti che altrimenti andrebbero al macero. Il cibo viene prelevato da alcuni volontari muniti di mezzi idonei, donato alle Caritas delle parrocchie dove hanno bisogno maggiormente. Da allora, la rete si è ampliata coinvolgendo altri gruppi e associazioni sviluppando una serie di buone prassi.
Basterebbe osservare alcune semplici “buone prassi” come quelle presenti nel vademecum presentato a conclusione dell’incontro:
- Consumare prodotti locali;
- Porre massima attenzione alle etichette;
- Acquistare quantità di cibo minori;
- Acquistare alimenti freschi;
- Portar via il cibo avanzato da ristoranti o pizzerie;
- Evitare imballaggi in plastica
- Creare nuove pietanze fantasiose con cibi avanzati;
- Evitare, se possibile, uso di acqua in bottiglie di plastica;
- Conoscere e utilizzare le app anti-spreco.
La condivisione di buone pratiche ed esperienze virtuose ci ricorda la grande responsabilità che abbiamo come società civile nella promozione del bene comune.
Francesco Tedesco