“Can you feel it?”, Festa dell’Accoglienza, domenica 1 dicembre: questo per me, e per tutti i giovanissimi della nostra diocesi, significa solo una cosa: creare ricordi e legami nuovi.
Il tema che ci ha accompagnato durante la giornata è tanto caro a noi giovanissimi e, per questo, un ospite speciale ci ha guidati nella riflessione.
Chiara Depalo, psicologa ed esperta dell’infanzia e dell’adolescenza, ci ha aiutato a comprendere il valore delle emozioni, attraverso l’uso di tre verbi: riconoscere, esprimere ed accogliere.
L’adolescenza è quella stanza disordinata nella quale si affollano tutte quelle emozioni, che fino all’infanzia ci risultavano semplici e che rende complessa il loro riconoscimento. Le nostre emozioni guidano i nostri comportamenti e sono fortemente connesse ai nostri pensieri. Chiara ci ha esortatato a “portare fuori” le nostre emozioni, a non trattanerle ma a cercare sempre qualcuno con con poterle condividere. Esprimerle è l’unico modo per non sentirci soli e incompresi.
Infine, ci siamo lasciati provocare dalle sue domande su quanto siamo in grado di accogliere le emozioni del nostro prossimo, mettendo da parte il giudizio.
Subito dopo l’intervento di Chiara, ci siamo divisi per squadre per i giochi nella città, misti per parrocchie: quale migliore occasione per conoscere nuovi coetanei!
Rientrati presso il palazzetto ci siamo riuniti alle rispettive parrocchie, per condividere il pranzo insieme. Abbiamo trascorso il pomeriggio svolgendo altri giochi originali e divertenti, questa volta divisi per parrocchie.
La festa si è conclusa con la partecipazione alla celebrazione, presso la parrocchia Santa Lucia. Il Vangelo di Luca sembra essere perfettamente centrato al tema della nostra Festa: quando sentiamo che tutto crolla, Gesù ci dice di alzare lo sguardo e vegliare, l’unico antidoto per non appesantire il cuore è essere desti e vigili nel riconoscere i nostri sentimenti, o saranno questi stessi a decidere per noi!
Grazie a tutti coloro che si sono spesi per la realizzazione di questa giornata, compresi gli educatori della mia parrocchia che ci hanno accompagnato, i responsabili, l’equipe giovani e l’ospite speciale Chiara.
Devo dire che dopo la messa mentre tornavamo a prendere il pullman, che poche ore prima ci aveva accompagnato a Ruvo, ho provato un po’ di nostalgia, che tutt’ora provo.
Tiberia Sasso, Santa Famiglia Molfetta
