“Che cosa vuoi fare da grande?”: un grande classico delle domande che si fanno ai bambini. L’hanno fatta a noi e oggi spesso siamo noi a chiederlo ai piccoli che ci capita di incontrare. Una domanda che, prima di avere il tempo per realizzarlo, perde tutta quella leggerezza dell’infanzia e ci interroga seriamente. Non più cosa voglio fare, ma cosa voglio essere. E con questa, tante altre domande ben più complesse, cui tutti sono stati, sono, e saranno chiamati a rispondere.
È per questo che l’Azione Cattolica diocesana ha voluto offrire un momento di riflessione e un’occasione per informarsi a tutti i giovani che, con queste domande, stanno facendo i conti. Nella serata di venerdì 26 gennaio si è tenuto infatti a Terlizzi l’incontro organizzato dal settore giovani diocesano “CAPO-Lavoro cercasi”, un prezioso appuntamento in cui parlare di lavoro, di iniziativa, di limiti e possibilità.
Accolti dai vice-presidenti del settore Giovani Katia Lamarca e Martino Binetti, i partecipanti si sono lasciati introdurre nell’argomento da alcune pregnanti parole del libro del Siracide e dall’enciclica “Laborem Exercens” di Giovanni Paolo II, dove forte è il concetto del valore del lavoro in quanto prodotto della persona umana: il lavoro, dice il Papa, è per l’uomo, e non il contrario.
Grazie all’aiuto degli ospiti intervenuti durante la serata, è stato possibile mettere ordine nella spesso confusa massa di informazioni con cui i giovani vengono a contatto, sia intenzionalmente che passivamente, sul delicato tema del lavoro. Con professionalità i relatori della serata hanno chiarito dubbi e risposto a domande di varia natura. Si è parlato di lavoro dipendente e di lavoro autonomo con il dott. Luca Depalo, consulente del lavoro; con la dott.ssa Maria Luisa Giancaspro, psicologa del lavoro e animatrice del progetto Policoro a Molfetta, si è discusso di curriculum e di quanto esso sia spesso uno strumento sottovalutato dai giovani; infine, si è parlato di opportunità: il rag. Salvatore Lamarca, esperto di finanza agevolata, ha illustrato come una buona idea può trasformarsi in professione grazie ai finanziamenti per giovani che il territorio offre a chi, il proprio lavoro, desidera “inventarselo”.
Tra la curiosità e il timore, tra il desiderio di capire cosa c’è dopo e la voglia di scrollarsi di dosso i vari pregiudizi e i falsi miti accumulati nel tempo, i giovani della diocesi che hanno accolto l’invito si sono lasciati provocare, per tornare a casa forse più consapevoli, forse più sicuri (o più turbati?), forse con qualche strumento in più. Comunque certi che informarsi è la cosa più importante.
Qui di seguito trovate alcuni materiali messi a disposizione di tutti, da parte degli esperti intervenuti all’incontro
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