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Mercoledì 24 aprile, ore 2024
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Se parlasse la città…

locandina bassa

  • Video introduttivo campagna

    Questo è il video che è stato proiettato durante il convegno di inizio campagna.

     

     

     

  • Convegno di Apertura della campagna Se parlasse la città

    Venerdì 8 aprile, alle 19.15 presso la fabrica di S. Domenico a Molfetta, ricordiamo l’appuntamento di apertura campagna con il convegno “Se parlasse la città..”. Vi invitiamo caldamente ad essere puntuali, per uno svolgimento sereno della serata.
    In quella occasione saranno fornite alle associazioni parrocchiali un pacco di cartoline e un manifesto esplicativo dell’iniziativa, da mettere in chiesa, vicino alle le cassette postali da voi predisposte.

    Invece il comunicato da leggere a fine Messe, per annunciare l’apertura della campagna, lo trovate qui allegato.

    1 Se Parlasse La Città - Comunicato Messe
    1 Se Parlasse La Città - Comunicato Messe
    1_Se parlasse la città - Comunicato messe.pdf
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    Qui invece troverete il link per poter stampare l’invito al convegno

    invito per il convegno di apertura Se parlasse la città
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  • Se parlasse la città…GLI OBIETTIVI

    Le città sono un insieme di tante cose: di memoria, di desideri, di segni d’un linguaggio; le città sono luoghi di scambio […], ma questi scambi non sono soltanto scambi di merci, sono scambi di parole, di desideri, di ricordi» (Italo Calvino, Prefazione a Le città invisibili)

       E’ necessario curare gli spazi pubblici, i quadri prospettici e i punti di riferimento urbani che accrescono il nostro senso si appartenenza, la nostra sensazione di radicamento, il nostro “sentirci a casa” all’interno della città che ci contiene e ci unisce. È importante che le diverse parti di una città siano ben integrate e che gli abitanti possano avere una visione d’insieme invece di rinchiudersi in un quartiere, rinunciando a vivere la città intera come uno spazio proprio condiviso con gli altri. Ogni intervento nel paesaggio urbano o rurale dovrebbe considerare come i diversi elementi del luogo formino un tutto che è percepito dagli abitanti come un quadro coerente con la sua ricchezza di significati. In tal modo gli altri cessano di essere estranei e li si può percepire come parte di un “noi” che costruiamo insieme.( Enciclica Laudato sii, 151)

     

     

    SeParlasseN_VERTICALE_265x600Obiettivo: riappropriarci del senso di appartenenza alle nostre città, attraverso uno sguardo nuovo, più attento, che ci abiliti a viverle più che abitarle, a rispettare e amarne i luoghi come occasioni di incontro, espressione, convivialità, crescita in umanità.

    Idee di fondo: Le nostre campagne sono uno sguardo oltre noi stessi che abbraccia la vita delle persone del territorio, che richiede una presa di coscienza sulle questioni più urgenti del nostro tempo ed anche una forte testimonianza personale e comunitaria, a partire dal ripensare il nostro stile di vita. Una sperimentazione continua di “Chiesa in uscita”.

    Dal programma nazionale di quest’anno: ”Il secondo anno del triennio è dedicato all’andare incontro all’uomo nella concretezza della vita quotidiana, animati da una passione per la città. Ci guida in questo Maria, che sceglie di andare verso la città, diventando icona del cammino che Dio compie attraverso di lei. Siamo chiamati a metterci in cammino per una missione che attraversa lo spazio e il tempo: parte dalla “casa” luogo intimo e quotidiano dove “accade la salvezza” e attraversa le strade andando incontro all’altro e facendo memoria delle grandi opere del Signore nella nostra vita e nella storia”.

    banner-1-obiettiviQuest’anno vogliamo dunque interrogarci sulla vocazione delle nostre città: vocazione economica, sociale, culturale, civile. Su cosa servirebbe per renderle a misura d’uomo.  Per questo proponiamo un percorso da viandanti, “itinerante”, alla scoperta dei luoghi-risorsa e dei luoghi critici e difficili che convivono nelle città. Per riscoprirci cittadini, rinsaldare un legame con il territorio, maturare un’appartenenza che deve tradursi in responsabilità, presa in carico, cura. L’idea, appunto, è quella di fare in modo che i nostri gruppi di ragazzi, giovani, adulti si alzino e concretamente percorrano le strade consuete, ordinarie della propria città, rivolgendole uno sguardo più attento, profondo, lavorando sul proprio qui ed ora, interpretando il linguaggio urbano e valorizzando il tempo e lo spazio che ci sono consegnati per vivere e fare della nostra esistenza un dono per la collettività. Il cammino, dunque, come metafora di una Chiesa e di un’AC in uscita, mai ferma, mai chiusa, mai distante. La città come arca, seno, grembo pulsante di vita e relazioni, laddove l’umanità a volte è esaltata, trova  forme di espressione e realizzazione, a volte è denigrata e avvilita, soffocata e aggrinzita, sciupata. La città sfida continuamente la nostra identità cristiana e richiede rispetto, presenza, impegno, partecipazione e prima ancora conoscenza consapevole del suo patrimonio, delle sue contraddizioni, dei suoi limiti e della sua bellezza. Da imparare ad amare, proprio come una persona. Ci accompagneranno in questo percorso i testi de “Le città invisibili” di Italo Calvino e quelli dell’enciclica “Laudato si’” di Papa Francesco, oltre che l’icona biblica dell’anno associativo, che ci invita a sentirci continuamente in viaggio e a vivere la città e il mondo con lo stupore, l’oblatività e la cura degli eterni pellegrini.

    Destinatari: Tutti gli aderenti, dall’ACR agli adultissimi, compresi coloro che, pur non aderendo all’AC, nelle comunità parrocchiali come nella società civile decidono di partecipare alla campagna.

     Tempi: MARZO-OTTOBRE 2016. Considerato il carattere itinerante del progetto, è il caso di svolgerlo in primavera/estate.

    Tappe: Il percorso prevede cinque tappe. Ogni tappa è introdotta dalla lettura di una de“Le città invisibili” di Italo Calvino e prevede un luogo simbolo da visitare e un breve incontro sul posto con un esperto ogni volta diverso, che dà le chiavi interpretative per conoscere e capire meglio la realtà in cui viviamo, “raccontando” il luogo visitato. Ogni tappa si conclude con la lettura di un brano dell’enciclica di Papa Francesco,  “Laudato si’”.

    Queste le tappe, intercambiabili:

    Segno: in ogni comunità parrocchiale sarà predisposta una cassetta postale, da posizionare in chiesa durante tutta la campagna. Accanto verranno lasciate delle cartoline, stampate dal centro diocesano con la scritta “Se parlasse la città…”.Vanno fatte completare provando ad immaginare cosa direbbe la nostra città se potesse parlare. Ovviamente la città, personificata, può rivolgersi a destinatari diversi: a tutti i cittadini o a delle categorie di persone, alle istituzioni, alla forza pubblica, … Chiunque sarà invitato a scrivere, in primo luogo chi appartiene ai gruppi di AC, dall’ACR agli adultissimi, ma anche chiunque faccia parte della comunità e del territorio parrocchiale. A fine campagna, le cartoline saranno consegnate al centro diocesano, che provvederà a farne una attenta lettura. Nell’incontro pubblico di chiusura campagna, previsto a fine OTTOBRE, saranno lette le cartoline più significative e  consegnata tutta la posta ricevuta alle amministrazioni delle quattro città.

     Materiali: altri testi, de “Le città invisibili” e dell’enciclica, daranno la possibilità di approfondire gli argomenti o di lavorare su altri piani di lettura dello stesso tema.

     

  • LUOGHI DI REDENZIONE E RISCATTO

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    Da “Le città invisibili” di Italo Calvino:

    Non è felice, la vita a Raissa. Per le strade la gente cammina torcendosi le mani, impreca ai bambini che piangono, s’appoggia ai parapetti del fiume con le tempie tra i pugni, alla mattina si sveglia da un brutto sogno e ne comincia un altro. Tra i banconi dove ci si schiaccia tutti i momenti le dita col martello o ci si punge con l’ago, o sulle colonne di numeri tutti storti nei registri dei negozianti e dei banchieri, o davanti alle file di bicchieri vuoti sullo zinco delle bettole, meno male che le teste chine ti risparmiano dagli sguardi torvi. Dentro le case è peggio, e non occorre entrarci per saperlo: d’estate le finestre rintronano di litigi e piatti rotti. Eppure, a Raissa, a ogni momento c’è un bambino che da una finestra ride a un cane che è saltato su una tettoia per mordere un pezzo di polenta caduto a un muratore che dall’ alto dell’impalcatura ha esclamato: –Gioia mia, lasciami intingere! – a una giovane ostessa che solleva un piatto di ragú sotto la pergola, contenta di servirlo all’ombrellaio che festeggia un buon affare, un parasole di pizzo bianco comprato da una gran dama per pavoneggiarsi alle corse, innamorata d’un ufficiale che le ha sorriso nel saltare l’ultima siepe, felice lui ma piú felice ancora il suo cavallo che volava sugli ostacoli vedendo volare in cielo un francolino, felice uccello liberato dalla gabbia da un pittore felice d’averlo dipinto piuma per piuma picchiettato di rosso e di giallo nella miniatura di quella pagina del libro in cui il filosofo dice: “Anche a Raissa, città triste, corre un filo invisibile che allaccia un essere vivente a un altro per un attimo e si disfa, poi torna a tendersi tra punti in movimento disegnando nuove rapide figure cosicché a ogni secondo la città infelice contiene una città felice che nemmeno sa d’esistere”.

    Visita a …

    Molfetta : Beni confiscati / Piazza Paradiso / Centro storico / Cittadella degli artisti / Caserma dei Carabinieri / Tenenza Guardia di Finanza / Centro di  Accoglienza “don Tonino Bello”

    Ruvo: C.A.S.A. / associazione Ali di scorta

    Giovinazzo: Centro Lorusso-Cipparoli  / Centro accoglienza migranti / Fattoria sociale”Angeli della Vita”

    Terlizzi: centro storico / periferie paese / zona IACP / Casa Betania.

    Dall’Enciclica “Laudato si’”:

    1. Se teniamo conto del fatto che anche l’essere umano è una creatura di questo mondo, che ha diritto a vivere e ad essere felice, e inoltre ha una speciale dignità, non possiamo tralasciare di considerare gli effetti del degrado ambientale, dell’attuale modello di sviluppo e della cultura dello scarto sulla vita delle persone… 22. che colpisce tanto gli esseri umani esclusi quanto le cose che si trasformano velocemente in spazzatura.
    2. E’ provato inoltre che l’estrema penuria che si vive in alcuni ambienti privi di armonia, ampiezza e possibilità d’integrazione, facilita il sorgere di comportamenti disumani e la manipolazione delle persone da parte di organizzazioni criminali. Per gli abitanti di quartieri periferici molto precari, l’esperienza quotidiana di passare dall’affollamento all’anonimato sociale che si vive nelle grandi città, può provocare una sensazione di sradicamento che favorisce comportamenti antisociali e violenza. Tuttavia mi preme ribadire che l’amore è più forte. Tante persone, in queste condizioni, sono capaci di tessere legami di appartenenza e di convivenza che trasformano l’affollamento in un’esperienza comunitaria in cui si infrangono le pareti dell’io e si superano le barriere dell’egoismo. Questa esperienza di salvezza comunitaria è ciò che spesso suscita reazioni creative per migliorare un edificio o un quartiere.
  • LUOGHI DI RELAZIONE E BELLEZZA

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    Da “Le città invisibili” di Italo Calvino:

    A Cloe, grande città, le persone che passano per le vie non si conoscono. Al vedersi immaginano mille cose uno dell’altro, gli incontri che potrebbero avvenire tra loro, le conversazioni, le sorprese, le carezze, i morsi. Ma nessuno saluta nessuno, gli sguardi si incrociano per un secondo e poi si sfuggono, cercano altri sguardi, non si fermano …

    A ottanta miglia incontro al vento di maestro l’uomo raggiunge la città di Eufemia, dove i mercanti di sette nazioni convengono a ogni solstizio ed equinozio. La barca che vi approda con un carico di zenzero e bambagia tornerà a salpare con la stiva colma di pistacchi e semi di papavero, e la carovana che ha appena scaricato sacchi di noce moscata e di zibibbo già affastella i suoi basti per il ritorno con rotoli di mussola dorata. Ma ciò che spinge a risalire fiumi e attraversare deserti per venire fin qui non è solo lo scambio di mercanzie che ritrovi sempre le stesse in tutti i bazar dentro e fuori l’impero del Gran Kan, sparpagliate ai tuoi piedi sulle stesse stuoie gialle, all’ombra delle stesse tende scacciamosche, offerte con gli stessi ribassi di prezzo menzogneri. Non solo a vendere e a comprare si viene a Eufemia, ma anche perché la notte accanto ai fuochi tutt’intorno al mercato, seduti sui sacchi o sui barili, o sdraiati su mucchi di tappeti, a ogni parola che uno dice – come “lupo”, “sorella”, “tesoro nascosto”, “battaglia”, “scabbia“, “amanti” – gli altri raccontano ognuno la sua storia di lupi, di sorelle, di tesori, di scabbia, di amanti, di battaglie. E tu sai che nel lungo viaggio che ti attende, quando per restare sveglio al dondolio del cammello o della giunca ci si mette a ripensare tutti i propri ricordi a uno a uno, il tuo lupo sarà diventato un altro lupo, tua sorella una sorella diversa, la tua battaglia altre battaglie, al ritorno da Eufemia, la città in cui ci si scambia la memoria a ogni solstizio e a ogni equinozio.

    Visita a …

    Molfetta: Parchi e giardini / Piazze / Musei / Cala S. Andrea / Fronte mare ( luogo di relazione città-mare)/la campagna, luogo di relazione città-campagna)

    Ruvo: Piazza Dante/ Piazza Matteotti/ Museo Jatta e nuova Pinacoteca / Pineta comunale

    Giovinazzo: Piazza Vittorio Emanuele / Centro storico / Biblioteca don Saverio Bavaro / Piazza porto / Area mercatale / Parco Scianatico.

    Terlizzi: Mat/ Borgo di Sovereto / Cesano /  Portale di Anseramo da Trani /  Chiostro Chiesa Santa Maria /Pinacoteca / Biblioteca / Teatro Millico / Parco Comunale / Villette Via Ruvo /  Viale Roma

    Dall’Enciclica “Laudato si’”:

    1. Nello stesso tempo, la creatività dovrebbe portare ad integrare i quartieri disagiati all’interno di una città accogliente. «Come sono belle le città che superano la sfiducia malsana e integrano i differenti e che fanno di tale integrazione un nuovo fattore di sviluppo! Come sono belle le città che, anche nel loro disegno architettonico, sono piene di spazi che collegano, mettono in relazione, favoriscono il riconoscimento dell’altro!»
    2. Insieme al patrimonio naturale, vi è un patrimonio storico, artistico e culturale, ugualmente minacciato. È parte dell’identità comune di un luogo e base per costruire una città abitabile. Non si tratta di distruggere e di creare nuove città ipoteticamente più ecologiche, dove non sempre risulta desiderabile vivere. Bisogna integrare la storia, la cultura e l’architettura di un determinato luogo, salvaguardandone l’identità originale. Perciò l’ecologia richiede anche la cura delle ricchezze culturali dell’umanità nel loro significato più ampio. In modo più diretto, chiede di prestare attenzione alle culture locali nel momento in cui si analizzano questioni legate all’ambiente, facendo dialogare il linguaggio tecnico-scientifico con il linguaggio popolare. È la cultura non solo intesa come i monumenti del passato, ma specialmente nel suo senso vivo, dinamico e partecipativo, che non si può escludere nel momento in cui si ripensa la relazione dell’essere umano con l’ambiente.



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