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Giovedì 18 aprile, ore 2024
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Don Gino, Pastore buono

dal sito: diocesimolfetta.it

lev_27Se si volesse cogliere la personalità di mons. Luigi Martella in una sola parola, la si dovrebbe trovare nell’aggettivo “buono”.
Don Gino era un uomo buono, perché pacifico, capace di accoglienza e di ascolto. Per quasi quindici anni di episcopato non si è sottratto mai ai quotidiani colloqui con le persone che volevano incontrarlo. Tutte le mattinate erano piene di colloqui, e molti pomeriggi erano dedicato ancora all’ascolto. Eppure, poteva dare l’impressione di un uomo distaccato, invece era la sua “timidezza” che lo portava a non voler violare l’intimo dell’altro. Aspettava sempre che si creasse l’occasione buona per non sembrare invadente.
Un uomo buono, perché paziente. Di quella pazienza che sa far maturare a poco a poco il seme gettato nella terra e che sa gioire quando lo vede germogliare.
Un pastore buono che voleva far camminare insieme il suo popolo, quello dei credenti e quello di chi aveva una fede un po’ assopita; il popolo delle città che il Signore gli aveva consegnato come campo in cui operare il suo ministero episcopale, e che lui amava, e di cui soffriva quando vedeva che non erano messi a frutto i ricchi talenti posseduti. Soffriva soprattutto per le inutili polemiche.
Un pastore buono che ha amato ad uno ad uno i suoi sacerdoti, molti dei quali segnati dalla consacrazione attraverso l’imposizione delle sue mani. Sacerdoti che nel giorno della sua morte hanno pianto, hanno espresso poche parole, e hanno trovato conforto nel reciproco abbraccio, nella consapevolezza di aver perso il padre buono.
Ciao don Gino!
Da domani sarà più difficile camminare da soli. Da domani sarà più difficile fare a meno, almeno per me, dei lunghi colloqui quotidiani di cui mi hai messo a parte durante questi anni.




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