Trivelle in Adriatico, via libera all’air-gun

Articolo tratto dal sito www.asud.net

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[Di Rosy Battaglia su: Wired] Oggi gli Stati Generali del Clima voluti dal Governo Renzi. Ma mentre si predica bene e Papa Francesco nell’enciclica Laudato Si’raccomanda l’uscita dall’era fossile, l’Italia sblocca alle esplorazioni per il petrolio, con la tecnica air-gun, oltre 3 milioni di ettari di mare Adriatico. Effetto del decreto “Sblocca Trivelle” e dello stralcio  dalla legge sugli ecoreati voluto dal Ministro Galletti. Regione Puglia e Calabria ricorrono al TAR.

Un nuovo clima o governo fossile? Mentre sono in corso a Romagli Stati Generali sul Clima in vista della COP21 di Parigi e dopo l’uscita dell’eco-enciclica di Papa Francesco, Laudato Si‘,  il Ministro Galletti  ha confessato il suo mea culpa  sullo stato dell’ambiente in Italia dalle pagine di Avvenire, quali sono i passi concreti verso una politica energetica sostenibile e a basso impatto ambientale, che non alimenti il surriscaldamento del pianeta?

Purtroppo, l’Italia sembra ancora una volta parlare bene e razzolare male. Dal 3 al 12 giugno il Ministero dell’Ambiente ha emanato ben 11 decreti per altrettanti progetti di prospezione di idrocarburi in mare con la tecnica dell’air-gun che interessano oltre tre milioni di ettari di mare: 1,4 milioni nel tratto tra Rimini e Termoli e 1,6 milioni tra il Gargano e il Salento.

L’allarme era partito nelle scorse settimane dal Forum Nazionale dell’Acqua abruzzese, come ha denunciato Augusto De Sanctis che tiene sotto osservazione il sito ministeriale: “I provvedimenti sono stati rilasciati a raffica a favore dei petrolieri- conferma l’attivista del movimento popolare che si sta opponendo al progetto petrolifero Ombrina, proposto dalla società inglese Rockhopper (ex Medoilgas), che vuole trivellare di fronte alla costa di S. Vito chietino (Ch), a 7 km dalle spiagge. Solo a Lanciano lo scorso 23 maggio erano in piazza 60.000 persone.

E mentre il mondo ambientalista da Greenpeace a Legambienteappare compatto lanciando appelli e mobilitazioni in tutto l’Adriatico al grido di #StopSeadrilling , anche la politica locale non tarda a farsi sentire. Soprattutto in Puglia, la regione maggiormente interessata dai provvedimenti ministeriali che ha già depositato ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale il 18 giugno, a cui seguirà nei prossimi giorni la Calabria.

Michele Emiliano, all’indomani delle elezioni regionali, si è schierato subito alla tutela del mare e del territorio partecipando al vertice dei sindaci contro le trivelle del Salento a Polignano,dichiarando  a Wired: “Abbiamo concertato con il presidente Vendola, ancora formalmente in carica, di impugnare immediatamente i decreti ministeriali davanti al TAR”. Aggiunge il neo presidente, è ora per la Puglia di cambiare pagina. “I provvedimenti del Consiglio dei Ministri sono da respingere sia sotto l’aspetto politico, sia per il loro impatto ambientale. Quest’enorme concentrazione delle trivellazioni in Puglia è, secondo noi fuori del tempo. Siamo lanciati verso una diversa produzione dell’energia che non ha niente a che vedere con combustibili fossili e in grado di mettere a punto una nuova politica energetica, dal fotovoltaico all’eolico alle biomasse, fino alla sperimentazione con l’idrogeno che sta partendo a Monopoli”.
Rincara Emiliano: “Se la Puglia fosse una regione indipendente non avrebbe bisogno neppure della Centrale Enel di Brindisi”. Dichiarazione di peso a cui segue l’impegno per la situazione tarantina “Stiamo cercando di interloquire con il tavolo per Taranto, siamo molto scettici sul processo di “ambientalizzazione” dell’ILVA”.
Come avevamo scritto qualche mese fa, alla vigilia della votazione del decreto “Sblocca Trivelle”, la politica energetica del governo Renzi resta ostaggio di quella “Strategia Energetica Nazionale“, dove le trivellazioni vengono considerate come “sviluppo sostenibile della produzione nazionale di idrocarburi, con importanti benefici economici e di occupazione e nel rispetto dei più elevati standard internazionali in termini di sicurezza e tutela ambientale”. A fronte, però, di un indebolimento della politica energetica a favore di rinnovabili e soprattutto senza vere iniziative a fronte dell’efficienza energetica, motivo per il qualel’Italia è stata anche sanzionata con la procedura di infrazione 2014/2284 dalla Commissione Europea, per il ritardo nel recepimento della Direttiva e ben 35 punti di contestazioni elencati nella lettera di messa in mora del 26 febbraio 2015.
Eppure come aveva ricordato già Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace “La quota di petrolio di possibili estrazioni di petrolio a mare è ridicola: 11 milioni di tonnellate, il consumo di un paio di mesi  e di un solo mese in termini di consumi totali di energia”.
A fronte però di 8 miliardi di dollari previsti per chi estrae. Tra le società autorizzate nel mare Ionio  Enel Longanesi Developments, Petroleum Geo-services Asia Pacific PTE.ltd e  Northern Petroleum.

Ma, come ricordano i Verdi Puglia,  l’air-gun, oltre l’impatto ambientale sulla fauna ittica per via dell’aria compressa sparata a pressioni elevatissime sul fondo marino è l’anticamera per il via libera alle trivellazioni “una volta trovati gli idrocarburi, si passa all’estrazione senza necessità di ulteriori istanze”. Il suo uso avrebbe dovuto essere proibito dalla legge, ma ricordiamo, è stato lo stesso Ministro Galletti a chiederne lo stralcio: “Se la legge ecoreati considerasse reato l’uso di air-gun, nessuna autorizzazione in merito sarebbe stata rilasciata”.

Intanto l’enciclica di Papa Francesco, Laudato Si’, indica una certezza che evidentemente il governo italiano non ha ancora maturato: “Sappiamo che la tecnologia basata sui combustibili fossili, molto inquinanti – specie il carbone, ma anche il petrolio e, in misura minore, il gas –, deve essere sostituita progressivamente e senza indugio”. Chissà se qualcosa al termine degli Stati Generali del Clima e nella definizione del Green Act, cambierà. Intanto il Ministro Gianluca Galletti dichiara “Dopo l’enciclica del Papa, scegliere la strada del non fare è un crimine contro l’umanità“.

Pubblicato il 22 giugno 2015 su Wired




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