ADERIRE ALL’AZIONE CATTOLICA: UNA SCELTA BELLA E ATTUALE

Parole controcorrente. Parole che dicono uno stile di vita diverso. Parole che segnano scelte e raccontano un’identità. Sono le parole, lo stile di vita, le scelte e l’identità degli aderenti all’AC. Perché un cristiano dovrebbe scegliere oggi di aderire all’AC? Perché una comunità parrocchiale dovrebbe promuovere fortemente questa scelta? Quali sono queste parole controcorrente?

Appartenere: in un contesto dove l’individualismo è sinonimo di libertà, dove tutto è autoreferenziale, dove è più semplice stare magari anche in parrocchia, ma da battitori liberi o in modo molto free, oggi sì ma domani forse no. L’appartenenza, diceva Gaber, “ è avere l’altro dentro sé”. E’ farsene carico, sentendosi parte di un corpo unico, condividerne giorno per giorno attese, limiti, risorse. E’ costruire insieme dentro un progetto. E’ respirare, vivendola, l’ecclesialità, che non si chiude con l’esperienza parrocchiale, ma si nutre anche di esperienze diocesane, regionali, nazionali.

Formarsi permanentemente, senza sentirsi arrivati subito, con l’umiltà di chi vuole crescere nella fede, di chi ancora coltiva il gusto di studiare, approfondire, capire. Una formazione che parla alla nostra interiorità come al nostro corpo, alle stagioni diverse, per età e situazioni, delle nostre esistenze, alle persone che siamo, interamente.

Impegnarsi pubblicamente e responsabilmente: in una realtà dove trionfano qualunquismo, disimpegno e attenzione solo ai propri interessi, dove facilmente si delega e ci si defila, in AC si  impara ad assumersi il dovere di dare testimonianza, di partecipare, di sentirsi responsabili di quello che succede attorno, di quello che sono le nostre comunità parrocchiali e le nostre città, della nostra vita.

Servire ed educare: servire, in una società dove il tempo per il servizio costante, fedele, gratuito e generoso viene speso piuttosto per se stessi e le proprie esigenze. Educare a lavorare su di sé e riscoprire il proprio protagonismo, in una realtà dove i bambini sono iperprotetti e nello stesso tempo esposti a tutto e indifesi, i giovani sono trattati da bamboccioni e faticano a crescere nella responsabilità, gli adulti hanno rinunciato o abdicato al loro ruolo educativo, i genitori perdono di autorevolezza, gli anziani di valore sociale.




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