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Martedì 23 aprile, ore 2024
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Quaresima: più poveri di cuore sull’esempio di Gesù

Con il solenne e suggestivo rito dell’imposizione delle ceneri ha inizio la Quaresima: un tempo carico di grande significato ma che rischia di svuotarsi in un mondo sempre più distratto dall’apparenza e dall’effimero. È un tempo debole, rispetto a quelli forti degli interessi personali, e forse anche considerato un po’ anacronistico per il suo pressante richiamo alla penitenza mentre non si è più capaci di alcuna minima rinuncia.

Eppure abbiamo, ora più che mai, bisogno della quaresima, che come ci ricorda il profeta Gioele è tempo “per tornare a Dio con tutto il cuore… lacerandoci il cuore e non le vesti”, perché solo in Lui possiamo trovare la misericordia. La quaresima è tempo di conversione, un’occasione dataci dal Signore per purificarci e rinnovarci interiormente, guidati dalla preghiera, dal digiuno e dalla carità. È una realtà che siamo chiamati a vivere intensamente nei quaranta giorni che suggerisce il calendario liturgico, ma deve abbracciare la totalità della nostra vita, aiutandoci a dare colore alla testimonianza della fede e ad interpretare i problemi, i drammi, i silenzi e le solitudini di questo mondo che ci interpellano come cristiani.

È quanto ci spinge a fare Papa Francesco nel suo messaggio per la quaresima di quest’anno. Il Santo Padre ci ricorda l’essersi fatto povero di Gesù, che è sceso in mezzo a noi, si è “svuotato” per rendersi simili a noi: “La carità, l’amore è condividere in tutto la sorte dell’amato. L’amore rende simili, crea uguaglianza, abbatte i muri e distanze”. La povertà di Cristo, allora, è la più grande ricchezza per il cristiano: ci invita a “condividere con lui il suo Spirito Filiale e fraterno”.

Con questa consapevolezza nasce l’impegno del credente: “A imitazione del nostro Maestro, noi cristiani siamo chiamati a guardare le miserie dei fratelli, a toccarle, a farcene carico e a operare concretamente per alleviarle. La miseria non coincide con la povertà; la miseria è la povertà senza fiducia, senza solidarietà e senza speranza”.

Il tempo di quaresima sia, allora, un’occasione per spogliarci del nostro egoismo, ci aiuti a comprendere ciò che è veramente essenziale e ciò che, al contrario, è effimero. Ci consenta di relativizzare ciò che crediamo urgente e non lo è e, al contrario, ci renda urgente ciò che talvolta consideriamo secondario. Apra il nostro cuore alla solidarietà che nasce da un rapporto di fede e di spiritualità intensa, nutrita dal dialogo con Dio nella preghiera e nell’ascolto della Parola. Sia per noi quel cammino di esodo da noi stessi che vivremo in maniera piena nella Risurrezione del Signore.

Don Luigi e l’equipe diocesana giovani




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