Per noi dell’AC questo è un tempo di grazia, in cui siamo chiamati a farci carico di alcune sfide pastorali, associative e civili per corrispondere con passione e slancio missionario all’essenzialità del Vangelo.
A volte, nella vita associativa, ci è chiesto di fare delle scelte che possono non sempre essere comprese, per essere all’altezza di quella chiamata che ci spinge a fare un passo in più per gli altri, nella convinzione, come ci esorta a pensare Papa Francesco, che è preferibile rischiare con coraggio qualche piccolo sbaglio, piuttosto che rimanere fermi per paura di sbagliare.
Sulla scia della nostra lunga storia, anche oggi è importante che il nostro impegno di laici credenti anticipi in un certo modo il cammino della Chiesa, che la renda UNA CHIESA IN USCITA, chiamata ad UNO STATO PERMANENTE DI MISSIONE, in una prospettiva di creativa sperimentazione e di nuove modalità di evangelizzazione.
Il radicamento nella Chiesa locale, la familiarità con i volti e i nomi di ciascun associato, l’attenzione e il dialogo tra le generazioni, ci restituiscono un respiro ampio e una dimensione aperta alle nuove “periferie dell’esistenza”. E la condivisione delle esperienze e degli incontri sperimentati nella diocesanità, sono un’opportunità di crescita insieme, nella gioia della fraternità e nella consapevolezza di quanta ricchezza e bellezza c’è nel patrimonio associativo.
In un tempo che non crede più all’impegno responsabile, alle esperienze condivise, alla fedeltà di un cammino formativo, vogliamo insieme ribadire come l’adesione all’Azione Cattolica costituisca ancora un valore decisivo, che dà forma e robustezza alla vita delle persone che la scelgono e al senso della comunità che insieme costruiscono.
Custodiamo dunque con pazienza e con fermezza la scelta di vivere l’esperienza associativa.
