I lettura: Libro della Genesi (15, 5 – 12. 17 – 18)
Salmo 26
II lettura: Lettera di San Paolo ai Filippesi (3, 17 – 4,1)
Vangelo di Luca (9, 28b – 36)
“Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne sfolgorante. Ed ecco due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo che stava per compiersi a Gerusalemme”.
Dal deserto al Tabor, dalla lotta alla contemplazione, dall’ombra che ci minaccia alla luce che ci abita. Vivere altro non è se non la fatica di liberare tutta la bellezza e la gioia sepolta dentro di noi. Vivere è fare emergere tutto il divino nascosto in ogni persona. Nessuno potrà dire a fondo il bene che ciascuno porta nel cuore, se non Dio: per Lui l’uomo non coincide con il suo male, ma con la sua possibilità; non con la sua linea d’ombra, ma con la sua porzione di luce; non con la sua aridità ma con il suo bene possibile.
La nostra trasfigurazione comincia con quella di Gesù. Non è solo un mostrare il futuro che lo attende, ma manifestare la realtà più profonda della sua vita: egli è il Figlio di Dio. Non vuole mostrare solo la sua identità, ma anche la sua via: la croce. Ma la trasfigurazione ci riguarda da vicino. La nostra trasfigurazione comincia con un invito: “Ascoltatelo”. Chi ascolta Gesù diventa come lui e per questo ne viene trasformato. La parola di Dio guarisce, fa esistere, fa fiorire bellezza, dona la vita e la luce. Scrive san Paolo a Timoteo: “Il Signore ha fatto risplendere la vita”. Gesù non ha fatto risplendere e il suo volto, ma ha fatto risplendere la vita di tutti ridando splendore di bontà all’esistenza.
Luigi Caravella
(riflessione di quaresima – febbraio 2013)