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Martedì 23 aprile, ore 2024
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Lolo: la fede, la santità, l’allegria

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«Il cristianesimo è prima di tutto un’operazione di allegria». È noto che i giornalisti amano le definizioni “d’impatto”, le sintesi suggestive, ma in questo caso non usava un’iperbole Manuel Lozano Garrido, noto a tutti come “Lolo” (alla sua figura è dedicato il volume scritto dal postulatore padre Rafael Higueras Álamo, Manuel Lozano Garrido-Lolo. La Croce ha le ali, libro+dvd, Ave/Libreria editrice vaticana, 2011).
Paralitico e cieco per più di metà della sua vita e senza interruzione, è stato un giornalista e scrittore molto apprezzato. “Ciò che caratterizza il cristiano – scriveva Lolo che si era formato nel gruppo degli aspiranti di Azione cattolica della città natale di Linares (Jaén, Spagna) – non è la pazienza, la rassegnazione e neppure la bontà, bensì l’allegria, perché chi sopporta una pena senza gioia, non è entrato pienamente nel mistero della Croce e chi pratica la mitezza con una faccia da funerale, tenta la quadratura del cerchio”.
A chi è allegro, invece, “questo già gli basta, perché tutte le altre virtù si deducono di conseguenza”. Sicuramente è bastato a lui, che ha praticato l’allegria per tutta la vita come hanno testimoniato coloro che lo hanno conosciuto, perché venissero riconosciute le sue “virtù eroiche” e fosse proclamato beato il 12 giugno 2010.
Un sigillo posto su un percorso di vita che, come per Piergiorgio Frassati, non voleva essere niente più di quello di un giovane “normale”. Amante del cinema, del teatro e del calcio, Lolo che era nato nel 1920, rimane presto orfano di entrambi i genitori, vive con i fratelli periodi faticosi di ristrettezze economiche e conosce gli orrori della guerra civile spagnola. Nel 1943 si manifestano i primi segni dell’infermità che lo costringerà progressivamente all’immobilità assoluta ma non fermerà la sua vitalità. Lolo è il fondatore dell’opera Sinai, Gruppi di preghiera per la stampa, che oggi annovera 300 gruppi che pregano per i giornalisti. Da giornalista, “vocazione ben chiara a 15 anni”, scrive centinaia di testi pubblicati su una ventina di giornali e riviste e diversi libri, occupandosi di temi religiosi ma anche guardando con criteri evangelici ad altre questioni. Cercando di trasmettere fede nella vita e in Dio come un autentico “apostolo della penna”.
“Lavora il pane dell’informazione pulita – invita Lolo nel decalogo del giornalista –, con il sale del buon stile e il lievito dell’eterno. Poi offrilo affettato per ravvivare l’interesse, ma non togliere a ciascuno la gioia di assaporare, giudicare e assimilare”. Il 3 novembre 2011 verranno ricordati i 40 anni dalla sua morte. La foto ufficiale lo immortala con lo stemma dell’Azione cattolica sul bavero della giacca e all’Azione cattolica, ma non solo, consegna il testimone della santità: “Albero di Dio, con radici e rami, vivrò con le ginocchia attorcigliate e le mani nelle stelle, facendo salire la nostra vita in alto e trasportando quaggiù il raccolto della Grazia”.




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