L’IdAVE …. Chi è costui?

Cronaca di una particolare esperienza associativa: il IV° Convegno Nazionale degli Incaricati Diocesani AVE

Arrivati da ogni dove dello stivale associativo flotte di persone – cartelline alla manopass stampati sul petto ed uguale divisa da circostanza – si recano alla ricerca sfrenata di coloro che generalmente sono i loro interlocutori “centrali”dall’altra parte del filo per poi dare subito inizio ai lavori: incontri protratti fino ad ora improponibile per illustrare i traguardi raggiunti, le ultime strategie di mercato, gli obiettivi futuri di medio e lungo tempo, gli incentivi alla produzione ed i flussi delle vendite dell’ultimo anno… e potremmo continuare ancora su questa lunghezza d’onda. Bene! Questo scenario surreale non ha nulla a che vedere con quello che, invece, in clima amichevole – e, diremmo, semplicemente associativo – ha caratterizzato i momenti in cui si è snodato il IV° Incontro Nazionale degli Incaricati Diocesani AVE (IdAve), svoltosi a Roma (Domus Marie) dal 13 al 14 Febbraio 2009.

Ma cosa faranno mai in due giorni tutti questi incaricati AVE a Roma? Ops! Questo è solo un interrogativo frutto di fantasiosa elucubrazione da parte di chi scrive, un interrogativo che non ha mai sfiorato la mente di alcun benpensante e per questo andiamo oltre.

Infatti, le ore trascorse nella capitale per il detto convegno sono state a dir poco educative e formative senza sottacere l’entusiasmo e la vitalità associativa che si è sprigionata dall’Aula Barelli (luogo degli incontri) della Domus Mariae. Non vi è dubbio che la Casa Editrice AVE con la sua ampia e variegata produzione culturale può definirsi il termometro dell’efficacia comunicativa ed evangelizzatrice dell’Azione Cattolica Italiana. Per il tramite di questo storico marchio editoriale (nato nel 1935) crediamo fermamente che la nostra associazione si sforzi di sollecitare riflessioni in tutti gli uomini di buona volontà (aderenti e non), di contribuire all’elaborazione di un humusculturale capace di dare corpo e coerenza all’identità associativa, di far correre insieme sulle strade della ferialità la vita umana ed il Vangelo.

E tutto questo grazie alla capacità di attivare un particolare interesse per la lettura. Che forza ha la lettura! Per certo non sbagliamo con l’affermare che la lettura consente di entrare e di uscire dal mondo, dal silenzio e dal rumore, dalla natura e dall’arte. La lettura perfeziona l’uomo permettendogli di afferrare l’essenza dell’esistenza. La lettura aiuta a vivere, alimenta lo spirito, consola nei momenti di sconforto e libera dagli affanni della vita. E poi chi non ha mai provato quell’indescrivibile piacere leggendo una bella frase frutto dell’innata eloquenza di uno scrittore e non l’ha appuntata velocemente sul primo foglio di carta utile? D’altro canto ci rendiamo conto che la lettura non la si può apprezzare «per sentito dire» così come non si può amare qualcuno se non lo si conosce nell’anima.

E allora? Veniamo al dunque… Quanto sin qui detto per sgombrare il campo da luoghi comuni e per specificare che l’IdAve (aderente di ACI che offre un particolare servizio alla Chiesa e all’associazione) ha il difficile – ed ingrato – compito di stimolare in ogni bambino,  ragazzo, giovane e adulto (“tesserato” e non) quella sensibilità culturale alla lettura e, in particolare, a quella lettura capace di arricchire e fornire chiavi di senso per una vita autenticamente cristiana. Questo il collante che ha riempito il convegno oltre ai tanti volti, alle relazioni umane ed alla condivisione delle esperienze che hanno innervato i vari momenti della due giorni romana: un coacervo di esperienze umane ed associative.

Insomma, «chi legge soltanto per passatempo, per numerose e belle che siano le sue letture, le dimenticherà ben presto e si ritroverà povero come prima. Chi invece legge i libri come si stanno ad ascoltare gli amici, vedrà come essi gli sveleranno i loro tesori e diventeranno per lui un intimo possesso. Quello che egli legge non scivolerà via né andrà perduto, ma al contrario gli rimarrà e gli apparterrà, lo allieterà e lo consolerà come soltanto gli amici sanno fare» (Hermann Hesse) e questi, perché tali,  non gli chiederanno mai nulla in cambio!

Mimmo Facchini






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