di Carmelo VIGNA ed Elisabetta ZAMBRUNO
Ed. AVE 2008
Recensione di Mimmo Facchini
La mia vocazione è una sola, strutturale, direi: pur con tutte le deficienze e le indegnità che si vuole, io sono, per la grazia del Signore, un testimone dell’Evangelo…. la mia vocazione, la sola, è tutta qui!» La grandezza di questo“cristiano siciliano” è ben cristallizzata in queste sue parole a partire dalle quali gli autori tracciano i lineamenti di uno straordinario uomo, centrando l’intero lavoro sulla convinzione che La Pira è stato, in primis, un uomo santo e poi un poeta, un sognatore, un realista, un lettore attento delle Scritture, un mistico, un politico, un romanista (nel senso scientifico del termine), un tomista. Gli autori ripercorrendo la vita di La Pira permettono al lettore di incontrare con lui vari personaggi che, a vario titolo, hanno lasciato la loro impronta nella storia del Novecento, da Emilio Betti a Salvatore Quasimodo, da G. Dossetti a G. Lazzati (con cui La Pira fonda, insieme ad altri, la rivista “Cronache sociali”) – solo per citarne alcuni – passando per l’Assemblea Costituente. Il testo dipinge una personalità invasa di pace evangelica (per lui, come per Francesco, ogni posto è Gerusalemme, ogni uomo è fratello); un maestro di libertà di spirito che già nel suo tempo ha incarnato quel globale e locale con indicazioni che parevano allora farneticazioni di un esaltato e che oggi sembrano molto meno strane, avendo la storia posto all’ordine del giorno della politica quella universalità umana che La Pira intravedeva da lontano e che credeva prossima anticipando – come tutti i profeti – ciò che di lì a breve sarebbe accaduto.
Carmelo VIGNA è ordinario di Filosofia morale presso l’Università Cà Foscari di Venezia.
Elisabetta ZAMBRUNO è professore aggregato, docente di Antropologia filosofica, presso l’Università Cattolica di Milano.
