Search
Martedì 23 aprile, ore 2024
  • :
  • :

Vademecum per la scelta degli educatori ACR

Di seguito proponiamo il vademecum per la scelta di tutti gli educatori Acr con la speranza che tutti i Responsabili Acr e tutti i componenti del consiglio parrocchiale possano prenderne visione prima di afforntare la scelta degli educatori a cui affidare i nostri cari acierrini.

Ecco il testo già giuntovi via mail:

Cari Presidenti, responsabili Acr e membri dei consigli parrocchiali, dopo la parentesi estiva, vogliamo cominciare con slancio il nuovo anno associativo. L’inizio di ogni cammino richiede, come ben sapete, anche un adeguato discernimento nelle scelte che vi apprestate ad operare. In particolare, vi invitiamo a soffermarvi e riflettere sui criteri che vi guideranno nella scelta degli educatori Acr.

In questa decisione, vi invitiamo ad esercitare senso di responsabilità ed attenzione nella individuazione di persone (giovani o adulti) che siano in grado di accompagnare i più piccoli in un cammino di crescita personale e di fede. Non è sufficiente che qualcuno si mostri disponibile – in termini di tempo, volontà e propensione – perché gli sia affidata una missione tanto delicata come il servizio educativo. Perciò non lasciatevi abbagliare dai facili entusiasmi e andate in profondità. Ci teniamo a precisare innanzitutto che è inutile creare gruppi Acr in numero maggiore rispetto alle effettive disponibilità di educatori. Non vi prenda il timore di un “vuoto” se per un anno “salta” un gruppo Acr. È piuttosto preferibile fermarsi, formarsi e partire con maggiore consapevolezza l’anno seguente. Non siamo un’azienda, non dobbiamo produrre, ma aiutare i ragazzi a scoprire la presenza di Gesù nella loro vita.

Il servizio educativo è risposta alla vocazione missionaria, che si matura all’interno della parrocchia, per essere messa a disposizione della comunità e del territorio. Scegliete gli educatori in relazione al loro modello di vita, alla loro preparazione e alla coerenza con cui vivono e diffondono il Vangelo. L’educatore è un laico impegnato, che vive e testimonia l’Amore di Dio e il suo incontro con Lui. Dunque attinge alla Parola, si accosta ai Sacramenti, rafforza la propria fede. È in continuo cammino umano e cristiano, ritenendo la propria formazione fondamentale per sostanziare le proprie parole e azioni. Non può dire ciò che non fa e non fare ciò che dice. È fondamentale, allora, che viva prioritariamente la propria esperienza di crescita all’interno del gruppo del Settore di appartenenza, giacché il servizio non può prescindere da una robusta formazione, cristiana ed associativa.

L’educatore si prende cura dei ragazzi su mandato della comunità, anche fuori dal contesto parrocchiale, ma non è loro amico. Si mette al loro fianco, con gioia (tratto distintivo del cristiano), lasciandosi guidare e illuminare dallo Spirito Santo, per accompagnarli nello straordinario viaggio alla santità che è la vita. Sta con i ragazzi, li ascolta, mette in gioco se stesso (con tutti i pregi e i difetti), prova a superarsi, dedica ai ragazzi le proprie risorse ed il proprio tempo, ma non può essere uno di loro. La distanza educativa (che non è distanza dal cuore) permette a chi presta il proprio servizio un continuo esercizio di equilibrio e di maturità.

L’educatore traccia la rotta, ma la strada da seguire la sceglie il ragazzo. È strumento e non fine. La meta è sempre Cristo. In questo servizio, l’educatore si impegna a collaborare con il parroco, con il consiglio parrocchiale, con gli altri educatori e a vivere e far vivere la dimensione diocesana, regionale e nazionale dell’AC, per realizzare pienamente la propria identità cristiana ed associativa, nella consapevolezza che non si cammina mai soli né autonomamente.
Ultima, necessaria, raccomandazione: molto spesso si ritiene di poter affidare ad alcuni Giovanissimi un gruppo di Acr, magari dopo che gli stessi hanno portato a termine il PFR per neoeducatori. Ebbene, il Progetto Formativo di AC – vogliamo ribadirlo – prevede al capitolo 7.1 che l’educatore abbia raggiunto la maggiore età, dicendo chiaramente che “non può avere meno di diciotto anni e deve aver maturato una scelta stabile di vita cristiana”. Perciò, onde evitare di attribuire agli educatori Acr una non adeguata preparazione e maturità, suggeriamo di valorizzare i volenterosi Giovanissimi affiancandoli, ad anno in corso, a educatori con elevata esperienza, in maniera che possano imparare e avere un’idea più chiara di cosa comporta il servizio educativo. È importante non lasciarli soli per assicurare una buona crescita del proprio impegno e per fornire loro il giusto supporto per svolgere al meglio questa missione, appena i tempi saranno maturi. L’ideale sarebbe, insomma, istituire il ruolo del Giovanissimo “collaboratore”.

Vi auguriamo un buon discernimento e un buon anno associativo!

Molfetta, 2 settembre 2014

La Presidenza diocesana e l’Equipe diocesana Acr




Url: http://www.acmolfetta.it/web/2014/09/09/11075/