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Giovedì 18 aprile, ore 2024
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LA FORMAZIONE IN AC: VITA CHE SI FA CULTURA

Durante il campo scuola diocesano si riflette sulla formazione

Tre giorni di riflessione comunitaria, dal 4 al 6 luglio, nella cornice della Comunità di Accoglienza CASA in Ruvo di Puglia per gli aderenti dell’Azione Cattolica della diocesi di Molfetta. A ispirare il tema del campo scuola unitario “La formazione in AC: vita che si fa cultura” le parole di mons. Nunzio Galantino – segretario generale della CEI – indirizzate alla nostra Associazione in occasione della XV Assemblea Nazionale, intervento nel quale si ricordava la nostra corresponsabilità di laici nella costruzione del bene comune, nella condivisione della missione della Chiesa a cui tutti siamo chiamati, nell’educare alla vita buona del Vangelo.

Nelle tre giornate del campo scuola si è voluta sottolineare la centralità della formazione nel percorso di crescita personale e comunitaria, dando ampio spazio alla riflessione e al dibattito nel lavoro di gruppo, costruendo insieme le basi per il percorso del prossimo anno associativo, riprendendo le sollecitazioni emerse durante l’assemblea elettiva dello scorso marzo.

Ad aiutare nella riflessione è stata l’efficace relazione condotta da Pina De Simone, docente di Filosofia presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale (Napoli). La prof.ssa De Simone ha sottolineato la centralità della formazione che, come ricorda l’art. 2 dello Statuto Nazionale, è il cuore dell’esperienza associativa. Una buona formazione contraddistingue la sua presenza dalla chiarezza della meta prefissata: è la meta, infatti, a dettare la strada. E, come ci ricorda sempre lo Statuto, il fine della formazione in AC è quello di collaborare da laici a far risuonare la bellezza del Vangelo impregnando i nostri luoghi di vita della buona novella. Essere laici di AC significa rispondere ad una chiamata con una scelta che ribadiamo e rinnoviamo continuamente, a partire dal tesseramento annuale. Una scelta che presuppone una risposta positiva all’interno di una storia più grande, fatta di volti che si ritrovano nel volto di Cristo. La formazione, quindi, è ritrovare il proprio volto in questa Storia condivisa, che è la storia dell’amore di Dio per l’uomo.

L’esperienza formativa in Azione Cattolica è per tutti all’interno della comunità: Cristo deve essere portato nell’esperienza umana, conformandosi a Lui (come già ricordato nel titolo del nostro Progetto Formativo “Perché sia formato Cristo in voi”).

Ma un’autentica responsabilità nella formazione presuppone una forte capacità di interiorizzazione, fondamentale per confermarsi nella sequela in Cristo. La sequela presuppone il restare in Cristo (Rimanere, Andare e Gioire non a caso sono gli imperativi che il Santo Padre ha ricordato all’Azione Cattolica durante la scorsa Assemblea Nazionale elettiva). Rimanere in Cristo implica che il Suo messaggio debba passare attraverso la vita: il primato della vita è il modo con cui oggi possiamo ribadire la scelta religiosa dell’AC. Riscoprire la presenza del Signore nelle persone, nelle relazioni e negli eventi comporta una forte capacità di discernimento da svolgersi sia a livello comunitario (quindi nel gruppo, luogo in cui si svolge in maniera naturale la formazione) sia a livello personale (assumendo uno stile relazionale efficace e accogliente).

Una formazione che è tutt’uno con la vita è una formazione che educa all’ascolto, alla gratitudine alla corresponsabilità, perché siamo tutti coinvolti nel disegno d’amore di Dio per l’uomo per l’edificazione del Regno, e siamo gli uni per gli altri e con gli altri. Stare nella Storia influenzando le scelte quotidiane, orientandole a Dio, abitando il mondo da figli, avendone cura (attraverso la Parola, l’Eucarestia e la Carità): tutto questo è alla base della formazione spirituale di un buon aderente di Azione Cattolica.

Si è cercato, poi, attraverso una lunga ma ben strutturata attività ispirata dalla visione di alcuni spezzoni cinematografici, di far emergere insieme le parole chiave legate al concetto della formazione. “A che cosa deve portare una buona formazione?” è l’interrogativo che ha accompagnato il laboratorio: dapprima in gruppo la visione di dieci brevi video, poi il riepilogo in plenaria delle parole o dei messaggi che ciascun video ha ispirato nei partecipanti, poi il confronto in gruppi di lavoro tra le parole emerse e le esperienze vissute da ciascuno nel proprio percorso formativo all’interno dell’AC.

Appare chiaro che i nostri aderenti vedono nella formazione un’opportunità per agire il cambiamento, effettuando scelte giuste che mettano le persone sopra le cose, cogliendo le opportunità che il processo mette in atto. È essenziale, inoltre, un forte senso di corresponsabilità, basato anche sulla coerenza delle scelte personali, sull’essenzialità e sulla flessibilità della comunicazione nonché sull’individuazione delle opportunità da cogliere. È il viaggio, ossia il percorso formativo, a rendere felici e a rendere possibile il cambiamento.

Nella tre giorni non è mancata l’attenzione alla spiritualità: in apertura la lectio dell’assistente unitario don Pietro Rubini ha introdotto i lavori delle tre giornate, poi i momenti di preghiera mattutini a cura di don Michele Stragapede (responsabile della Comunità CASA) e di don Luigi Caravella (assistente del settore giovani), infine la Santa Messa conclusiva celebrata dal nostro Vescovo, Mons. Luigi Martella, che, con la sua riflessione e la sua presenza, ha sottolineato la vicinanza e la comunanza di intenti della nostra Chiesa verso il progetto educativo dell’Azione Cattolica.

Cliccando sul link potrete accedere alla galleria dell’evento.




Url: http://www.acmolfetta.it/web/2014/07/16/la-formazione-in-ac-vita-che-si-fa-cultura/